92 LA PORTA DELLA BASILICA Dobbiamo vedere ancora una parte della cattedrale, che ha importanza per la sua antichità: la porta principale. Essa (fig. 23) è rettangolare, si compone di un architrave dritto di pietra bianca e di due stipiti formati dai frammenti di una lapide romana, vale a dire la pietra sepolcrale della famiglia dei Barbii, segata in due parti eguali, messe in posizione inversa all’originale. I ritratti dei Barbii, sovrapposti l’uno all’altro negli antili, fanno della porta di San Giusto uno dei monumenti più curiosi che si possano vedere. Nessun riscontro nei monumenti veneto-adriatici: ma una viva analogia con la porta di San Donato a Zara (primi anni del secolo ix), che ha l’architrave dritto e gli stipiti formati di frammenti architettonici romani. Sopra l’architrave della porta si scorgono le traccie d’un arco schiacciato, che la completava e che è molto caratteristico dell’epoca vm-ix secolo. La porta è indubbiamente della medesima epoca. Materiale antico fu usato, come abbiamo visto, in parecchie parti della basilica. Secondo notizie del Kandler e dell’Jenner, lapidi e rocchi di colonne e di statue sarebbero usati nelle fondamenta della cattedrale: il frammento di una statua, p. es., sosterrebbe una colonna. Anche questo, se è vero, ci riporta subito all’esempio del San Donato di Zara e più generalmente ai tempi dei Carolingi. Frammenti epigrafici e architettonici — tra essi anche una cimasa bizantina — furono trovati nella muratura della calotta absidale della navata sinistra, nel 1863. Non vi sono nella cattedrale altre opere anteriori o contemporanee a quelle che abbiamo sin qui studiate. Nulla è nella facciata, né sui fianchi. Sparì, distrutta da alcuni deturpatori nel xix secolo (1843-1847), l’abside centrale. L’esame particolare delle opere architettoniche più antiche della basilica conferma l’impressione avuta dallo sguardo generale e comprensivo: tutte e cinque le navate sono legate da elementi di una sola e medesima arte e sono, nella forma presente, contemporanee parti d’una costruzione dell’vin o del ix secolo. Non sono due grandi e giustapposti frammenti di due edifici distinti nello stile e nel lavoro. Sono invece il prodotto d’una sola costruzione, dentro la quale furono assorbiti notevoli frammenti di due edifici anteriori (cfr. fig. 22). La storia di tale costruzione contiene ancora molti segreti, che solo