I 2 LA CONQUISTA DELL’lSTRIA alla devozione dei Romani. Forse Carni erano quei tremila Galli che, condotti da un loro reuccio, nominato Catmelo, avevano fatto la campagna contro gli Istri quali ausiliari delle legioni romane. La demagogia a Roma fece grande schiamazzo, sbraitando contro Manlio Vulsone per la sconfìtta della prima ora e dimenticando, con l’arte che le è eterna, la compiuta rivincita. Ma il buon senso prevalse nel Senato. E la guerra fu continuata. L’anno seguente, 177 a. C., i consoli Manlio Vulsone e Giunio Bruto, sostituiti poi dal nuovo console Claudio Pulcher, portarono le truppe nellTstria: queste devastarono buona parte della provincia, vinsero in campo un disperato esercito d'Istri, assediarono e presero Nesazio (dove Epulone si diè la morte e i suoi, in un orrendo e eroico sacrificio, immolarono donne e figlioli perché non cadessero in servitù), distrussero Mutila e Faveria, quindi imposero agli Istri, inutilmente valorosi, il dominio del popolo romano. Ciò vuol dire l’unione della loro terra all’Italia transpadana. Il piccolo popolo ostinato era soggiaciuto a un’idea, della cui grandezza avrebbe attestato la storia. Era l’unificazione dell'Italia tutta, sino alle Alpi, dentro un unico organismo, allora soltanto geografico e militare. Memoria concreta di Trieste non si trova né allora, né per un lungo tempo successivo. Nel 166, se è esatta l’interpretazione d’un frammento dei Fasti trionfali, il console Sulpicio Gallo avrebbe vinto una prima volta i Carni ribelli. Nel 129 il console Tuditano domò i Giapodi (abitanti nella regione del monte Nevoso) che, forse d’accordo con gli Istri, avevano tentato un’invasione. Nel 115, col console Emilio Scauro, le armi romane trionfarono anche una volta dei Carni insorti: de Galleis Karneis, dicono i Fasti capitolini. In meno di sessant’anni la piccola Tergeste, probabilmente con gran dolore dei suoi mercantelli, vide tumultuare nelle sue vicinanze ben quattro guerre importanti e forse qualche rivolta a noi sconosciuta. Se i Carni delle sue case e del suo circondario partecipassero alle lotte contro Roma, rimane un insolubile quesito. Mentre quelle guerre rendevano più vivo e più acuto il problema della frontiera alpina, davano forse importanza all’unico porto che fosse possibile trasformare in base d’operazioni militari nel punto più vicino alle Alpi, quello dove principiava — come ricorda Strabone — il traiectus