PREFAZIONE XV Kandleriana è l’infantile Storia di Trieste pubblicata dal Cavalli nel 1875, la quale contiene l’imagine più innocentemente storpiata dei tempi antichi. Don Cavalli ci ha lasciato un’opera più utile col suo volume dedicato alla vita privata e ai commerci del Quattro-cento e specie con gli studi sull’antico dialetto locale. Kandieriani sono l’inutile sunto di storia triestina pubblicato in tedesco nel 1913 e qualche altro non meno inutile. Mirabilmente ispirato e scritto è il volumetto Trieste del Benco. Attilio Hortis, nostro maestro, non ha potuto sinora compiere la sua grande opera (La vita intellettuale di Trieste nelle sue attinenze con la vita politica e amministrativa), né iniziare la pubblicazione diplomatica dei documenti: alcuni eruditissimi scritti suoi d’argomento particolare fanno intravvedere la ricchezza dei materiali da lui raccolti, fanno pensare alla vastità della ricostruzione storica da lui operata con passione di umanista e di cittadino. Fra il tempo del Rossetti e il nostro, oltre agli studi radunati nelle quattro serie ¿¿Z/'Archeografo, abbiamo una notevolissima quantità di opere trattanti argomenti speciali 0 separati periodi della storia triestina: dalle opere del Costa, del Puschi, del Cesca, del Grandi, del Marchesetti, del Morteani, del Marchesi, dell’Occioni-Bonaffons, degli Zenatti, del Bottura, del Tomasin, sino al prezioso volume dello Ziliotto sulla cultura letteraria, all’ottimo lavoro di Irene Jacchia sul periodo di Carlo VI, al catalogo dei vescovi del Babudri, alla rievocazione casanoviana del Curiel, alla bislacca monografia del Gärtner sul duomo di San Giusto, all’opera demografica del Montanelli, agli studi, con mi Giuseppe Vidossich ha completato le opere dell’Ascoli e del Cavalli sull’antico dialetto triestino, agli svariati e utilissimi scritti di Piero Sticotti — essenziali per conoscere la Trieste romana — del Basilio, di Giovanni Quarantotto, del Gentille, dell’Inchiostri, del Castiglioni, del Braun e d’altri. Bisogna ricor-