XXII PREFAZIONE tutti d’eguale valore), che vanno dal 1491 al 1824: le carte più importanti, di quelle che ho adoperate, sono alcune lettere dei vescovi Bonomo, Castilegio e Betta, un processo e alcuni documenti riflettenti i protestanti (1547-1559), qualche istanza del Comune alla Corte e una relazione dei commissari imperiali sui fatti del 1563. Nell’Hof-kammerarchiv, in un fascicolo separato (« Inneròsterreich-Triest ») sono raccolte carte e scritture dei secoli XVI e XVII. La maggior parte è di carattere finanziario e amministrativo : in mezzo a esse alcune istanze del Comune all’imperatore, nonché atti e consultazioni riflettenti la libertà della navigazione e i primi progetti per l’introduzione del commercio. Rilevo ancora che per la storia della fine del secolo e del periodo napoleonico ho consultato largamente le prime annate dei protocolli e dei documenti della K. K. Polizeihofstelle (al Ministero degli Interni), che incominciano dal 1793. Più difficile si presentò la documentazione per il Risorgimento e per i tempi moderni. Durante gli ultimi cinquantanni, mentre in tutta Italia si moltiplicavano le raccolte e gli studi necessari a impedire che s^ perdessero le memorie delle lotte sostenute per la nazionalità e per l’indipendenza, a Trieste fu impossibile qualunque azione a questo scopo. Impossibile pensare a raccolte pubbliche: qualche privata si formò qua e là, ma il prolungato dominio straniero, le frequenti perquisizioni fatte nelle case dei patriotti, la minaccia d’inquisizione pendente su tutte le case migliori negli idtimi decenni, infine lo stato di terrore creato durante la guerra, hanno fatto distruggere e sparire moltissimo materiale patriottico. Sicché le fonti nazionali per la storia dell’ultimo secolo si sono_ essiccate. Invero, alcuni scrittori, operando in un ambiente dominato dalla polizia, ebbero troppo timore della censura e scrissero con troppo reticenti cautele, con troppe omissioni: certo è tuttavia che difficilissimo era il sapere in precedenza quali limiti l’i. r. censura