336 FORZAMENTO DEL TRANSITO SUI CARSI tenere in culmine il traffico delle biade a Capodistria, aveva provveduto affinché i musiolati o mussolati, che le portavano dalle regioni transalpine, trovassero nella città in abbondanza il sale e i prodotti, che ivi cercavano per gli scambi. In quello stesso anno aveva fatto ricostruire il fondaco dei mussolati, aveva vietato ai Capodistriani alcune misure vessative per quelli (a cui volle garantita massima libertà di commercio) e aveva curato le strade e il ponte del Risano, perché essi non fossero deviati altrove. Anche i conti di Duino cercavano allontanare da Trieste i mercanti che cercavano il mare. Stima il Pichler che i conflitti del 1414 tra i Walsee e il Comune fossero dovuti anche a gelosia di commercio, per aver cercato i Duinati di favorire il traffico di San Giovanni del Timavo a danno del porto triestino. I Triestini studiarono di riparare i danni, che quei fatti portavano non pur al commercio, sì anche all’approvvigionamento della città. Nel 1419 avevano preso disposizioni per favorire l’importazione di sale forestiero, per poterne offrire a sufficienza ai mercanti dell’interno e d’Oltralpe. Nel 1420 avevano costruito una loggia per gli stessi mercanti, ad uso di magazzino per le loro merci. Le trattative e gli inviti non servirono a nulla. Il Comune ricorse dunque alla violenza. Nel 1427, per duemila ducati d’oro, in gran parte prestati da Nicolò de Baiardi, la città comperò dai conti di Gorizia Castelnuovo dei Carsi, situato in posizione opportuna per sorvegliare il movimento dei mercanti. Venezia, nel maggio del 1426, aveva ordinato al capitano di Raspo di tentare l’acquisto di quel borgo, offrendo anche tremila ducati, perché, se fosse andato ai Triestini, questi avrebbero impedito il libero transito. I Triestini furono o più abili o più pronti nell’affare. Insediati nel castello, essi incominciarono con le belle e con le brutte maniere a spingere i mercanti slavi e tedeschi verso il loro porto. Nel 1433 pare ottenessero in aggiudicazione anche Postumia e vi mettessero un capitano, utile a quello stesso fine. Per parecchi anni la cosa, pur suscitando malumori, non provocò conflitti. Ma a poco a poco, probabilmente per rimediare agli scarsi successi avuti sino allora, i Triestini si fecero più rudi e più risoluti. Sicché nel 1439 gli Stati provinciali della Carniola protestarono vibratamente presso l’arciduca Federico contro gli impedimenti che quelli avevano frapposti alla libertà di commercio sui Carsi, dove avevano forzato le