Contrasto fraterno 435 Pur fra crescenti contrasti aveva tenuto il suo posto fino alla fine del 1923 facendo calcolo eccessivo delle sue forze. Nell’ottobre del ’22 aveva ottenuto da D’Annunzio una dichiarazione di tutela spirituale sulla Federazione marinara e se ne era valso per sostenere l’autonomia dell’organismo di fronte al movimento sindacale fascista. Volle infine concludere un nuovo patto di lavoro con gli armatori, imperniando le trattative attorno a D’Annunzio il quale compilò personalmente il nuovo patto, il famoso “Pactum sine nomine”, quello appunto che era in discussione quando Cagni visitò il poeta a Gardone nell’estate 1923. Ma ormai la situazione politica generale era troppo mutata perché il sistema giuliettiano potesse resistere. Le trattative con gli armatori assunsero un tono polemico sempre più aspro, mentre sorgeva una organizzazione marinara fascista, e molti dissidenti abbandonavano Giulietti. Dalla situazione troppo tesa si svilupparono infine azioni violente, risolutive. Una turbinosa assemblea riunita il 2 gennaio nella sede genovese della Federazione marinara si risolse nella proclamazione della decadenza di Giulietti. D’Annunzio protestò, ma il vecchio sistema era ormai insostenibile, e il prefetto di Genova, d’accordo con Costanzo Ciano commissario alla marina mercantile, nominò un triumvirato per la gestione provvisoria composto di Cagni, Barenghi e Manzutto. Giulietti, fuggitivo, non potè più risorgere poiché quella sua irriducibile pretesa di autonomia era in fondamentale contrasto con lo spirito di inquadramento unitario delle foize produttive che era premessa necessaria alla futura riforma corporativa e a tutto il sistema fascista di inquadramento del lavoro italiano. I commissari iniziarono una inchiesta amministrativa sulla precedente gestione. Il 3 gennaio 1924 presero possesso della sede: entrando in quell’ambiente caratteristico e per lui nuovissimo, fra marinai mercantili e organizzatori sindacali, Cagni scrollò il disagio del primo momento dicendo che voleva essere considerato come semplice marinaio fra marinai coi quali avrebbe trattato con la rude franchezza propria degli uomini di mare, ed esortò tutti a preoccuparsi del bene comune e delle fortune della ma-