420 ATTIVITÀ EDILIZIA iscrizione latina, un’altra crittografica, dettata dai canonico Giambattista e per ora enigmatica. Rimase, si può dire, immutata la topografia della città. Il Kandler e il Cavalli hanno ammesso che sulla piazza maggiore, di fronte al Palazzo, vi fosse, nel Quattrocento, un altro gruppo di edifici pubblici (procureria, ufficio dei Pregadi, casa dei vicari e altri) riuniti al posto dell’odierno palazzo municipale: si fondano sul fatto che l’edificio, che prima di questo si trovava a quel posto, mostrava d’essere antico. Poco si può vedere dalle stampe che ne conservano l’imagine. La sua poteva essere un’antichità molto relativa, cioè posteriore all’incendio del 1690. Crediamo, come abbiamo già detto, che circa a quel posto non stessero degli uffici speciali, ma il Palazzo costruito nel 1395. Per ragioni politiche e giuridiche si usò, anche nel xv secolo, determinare con apposita deliberazione codificata negli Statuti l’area esatta della piazza del Comune. La delimitazione del 1421 non cita alcun edificio del genere supposto dagli accennati scrittori, ma, oltre al Palazzo comunale, solo lo Star, la Loggia comunale e la casa dei vicarii: quelli erano vicini, ma non uniti, questa era in altra parte. Sulla piazza stava — verso il Malcanton e dopo la chiesa di san Pietro — la casa del capitano imperiale. Addossate alle mura, verso il mare, s’allineavano quattordici case del Comune, con portici e poggioli: la prima era la casa delle màmole (postribolo), la cui direttrice si chiamava ancora, per dileggio, la « badessa » e le cui donne si dovevano bardare d'una fascia colorata per segno della loro qualità; le altre erano o magazzini di merci e di carni o alberghi. Di costruzioni religiose poche: la chiesetta di san Sergio nel 1442 e quella di san Sebastiano verso il 1445. Diciassette anni prima s’era compiuto un generale restauro del duomo, che rimase tuttavia perpetuamente bisognoso di restauri. Una bolla di Pio II (1459) destinò alcune oblazioni alla riparazione o alla ricostruzione della cattedrale. Nel 1473 uno dei Leo lasciò una somma per le riparazioni di San Giusto, guastato dai Veneziani nell’ultima guerra. Intanto, sul lato meridionale, gli furono aggiunte alcune cappelle: nel 1416 una di san Matteo (ora battistero), nel 1418 una di san Giovanni Evangelista, nel 1421 una di sant’Andrea e verso il 1450, pare, una di santa Catterina (ora san Carlo) voluta dal Piccolomini. Si vedono ancora, in alcune delle suddette cappelle, le volte a crociera gotica. Nel mezzo della navata centrale fu eretto, nel 1421, un altare del Crocifisso, sormontato da ciborio gotico