IL COMMERCIO PREROMANO esisteva più, che Aquileia, creata appena nell’anno 183 a. C., non esisteva ancora e che non v’è traccia di alcun porto nell’angolo più interno dell’Adriatico, dove però si dirigevano commerci marittimi che conosciamo provenienti dal Mezzogiorno, possiamo vedere nella borgata preromana il punto d’incontro tra i mercanti che venivano con le navi dalle Puglie e dalla Grecia, dalla costa italiana e dal Mediterraneo, e i mercanti che venivano a piedi o coi carri dai paesi transalpini, dalle valli della Sava e dal Danubio, giù per la valle dellTsonzo o per la via dell’Ocra (Carso). Non ci si immagini quadri pittoreschi di grande animazione, ché ben pochi naviganti osavano avventurarsi sino in fondo all’Adriatico, ignoto e infestato da corsari illirici e istriani. Accontentiamoci di umili figurazioni, nelle quali tuttavia è concesso vedere la borgata esercitare quell’ufficio, per il quale la più antica gente dell’Italia settentrionale l’aveva fatta sorgere nel seno intimo del suo mare. Verrà Roma a ravvivarla, a ingrandirla, a trasformarla in quel castello (ippoufiov) che conobbe Strabone, e poi ancora in quella città (toXic) che conobbe, qualche secolo più tardi, Marciano.