il6 ASPETTI DELLA CITTÀ l’opera principale dei cittadini liberi e distribuendo ad essi funzioni militari fìsse, abbia prodotto una tipica combinazione tra l’organismo militare e il possesso fondiario. Del commercio nulla sappiamo: quanto s’avvantaggiassero i traffici della città dall’ordine portato dai Carolingi nei paesi transalpini, non sapremmo dire. La navigazione fu probabilmente di cabotaggio adriatico, avendo quale mèta principale Venezia. Questa, come nel resto dell’Istria e come nel Friuli, avrà mandato anche a Trieste negozianti e uomini d’affari. Dell’aspetto esterno della città, fuori delle chiese, nulla sappiamo: né come vivessero i diminuiti abitanti in mezzo alle rovine antiche, né come restaurassero case e palazzi dopo la distruzione longobardica. Il diploma reale del 948 mostra la città chiusa nelle sue mura munite di torri, di porte grandi e di porte piccole o porterule. Se dobbiamo attenerci agli esempi di altre città, dovremmo attribuire al periodo « italo-bizantino » la costruzione della cappella di san Giacomo, eretta sopra un arco nella parte anteriore della porta di Riborgo: ivi, i fedeli ascoltavano la messa prima che si aprissero le porte ed essi potessero uscire per il lavoro dei campi.