2Ó4 ANTICHE SPIEGAZIONI UFFICIALI quell’anno, mostrò di aver ricevuto una lettera da Trieste con la comunicazione che la città s’era messa nelle sue mani e nella protezione del duca Leopoldo. Il Consiglio di Treviso si affrettava a mandare al duca le sue felicitazioni, perché il nome suo « già grande nelle parti d’Alemagna, si allargava così anche nelle parti d’Italia ». Siamo sempre a notizie ufficiali, divulgate da quelli che furono allora gli interessati particolari. Nei secoli passati, già dal xvi secolo, i Triestini, che avevano perduto molte verità della loro bella storia, usarono addurre la « spontanea dedizione » per provare nel modo più dolce i torti che il governo arciducale o quello imperiale commettevano, quando rompevano i privilegi d’una città così naturalmente devota all’Austria. Per forzare l’interpretazione giuridica dei patti del 1382 e per mostrare in essi un contratto bilaterale si affermò che Trieste fosse stata allora indipendente e liberamente avesse scelto il suo signore. Tale libertà fu ammessa come base storica da quanti affermarono la spontanea e popolare dedizione. Invece allora, come abbiamo veduto, Trieste non era punto il Comune indipendente d’avanti il 1368: essa apparteneva al Patriarcato d’Aquileia, in base al trattato di Torino e alla precedente conquista di Marquardo. Si sentì sempre il bisogno di una chiave che spiegasse l’avvenimento, apparendo invero questo non logicamente legato ai precedenti. Lo Scussa lasciò scritto che Trieste s’era data all’Austria « per vivere in pace, conservando la cara libertà ». Ireneo della Croce asserì che s’era data al duca « temendo i cittadini di Trieste qualche insulto da’ Veneti ». È la tesi prevalente. Un cronista padovano di poco posteriore, il Gataro, probabilmente noto a Ireneo, tramanda che il 12 agosto « s'ebbe nuova come Trieste si era data al duca d’Ostericìi e questo perché i Triestini si dubitarono che la Signoria di Venezia avesse a male che quelli del luogo nella passata guerra si ribellarono da Venezia e per occasione di salvarsi per l’avvenire si diedero al Duca... ». Lasciamo il giudizio entusiastico che il Gataro dà sul duca e che da solo può infirmare tutto il racconto. Rileviamo che già nel Trecento la voce sparsa dalle autorità austriache (si tratta della lettera su citata) fu che Trieste temesse i Veneti: notizia dunque ufficiale, diffusa per far propaganda in un pubblico ostilissimo a Venezia e per giustificare la violazione del trattato di Torino.