io8 RILIEVI SULLA TECNICA MUSIVA nezza, il distacco dei piani e la eleganza del panneggio. Sant’Andrea porta un mantello bigio, corto sul davanti e tagliato a punta, lungo invece sulla schiena, di quel tipo che il Wilpert chiama « paenula barocca ». Anche questa veste rimanda agli esempi cristiani più antichi. San Pietro ha una tunica talare blu e un mantello bianco, corto, che arriva alle ginocchia, armoniosamente drappeggiato e con molto sènso pittorico. San Tomaso ha il mantello bianco gettato sulle spalle e tutto aperto sul davanti (fig. 32). Questa e le precedenti sono figurazioni veramente originali nell’iconografia musiva. Il panneggio non è segnato da linee monotonamente grigio-terra o brune, né da colori giustapposti senza gradazione: ma con più larghe sfumature di chiaroscuro stilizzato e con uso di molte tinte: così, ad es., sei colori sono adoperati nell’ombreggio della veste bianca di san Bartolomeo. Le figure dell’abside triestina stanno a qualche secolo di distanza da quelle di Torcello, stanno al principio e sono il fiore d’un’arte, di cui le torcellane segnano l’ultimo grado. E non si rassomigliano nemmeno, se non perché rappresentano gli Apostoli. Le figure triestine sono differenti altresì da ogni altra rappresentazione degli Apostoli del xn secolo: ad es., da quelle figure sgangherate, incorporee, striminzite, tutte panni metallici e senza forma organica, che sono nelle nicchiette sopra la porta di San Marco a Venezia. Quando, nel 1863, la parte posteriore del musaico di tutta l’abside fu messa a nudo, si potè vedere quale fosse la tecnica delle singole parti: diversi erano, tra la conca e il quadro degli Apostoli, tanto il grezzo che il marmorino. Questo dietro gli Apostoli e dietro il musaico dell’arcone era perfettamente bianco, omogeneo e finissimo, mostrando una superiorità di tecnica, che è sicuro indizio di antichità. .Segno altrettanto sicuro offre la media misura dei tesselli, che è di sei millimetri per lato, come, ad esempio, nel musaico di Santa Prassede a Roma. La piccolezza dei tesselli sta in diretto rapporto con la ricchezza dei toni e con la varietà delle sfumature e delle gradazioni: negli uccelli del fregio esterno sono usate nove tinte e sono figurati sino i minimi dettagli degli occhi. Basterebbe, del resto, la fascia dell’arcone col lungo fregio dei tralci intrecciati (fig. 33) per allontanare di parecchi secoli i musaici di Trieste da quelli di Torcello. Il musaico di questa fascia è ancora classico: la policromia col fondo bianco e con le tinte chiare teneramente sfumate