424 Console del tenne in attesa passiva tanto che, quando Mussolini fu chiamato a Roma dal Re, le navi non si erano ancora mosse. Il nuovo governo realizzava nelle sue origini e nel suo carattere tutte le più antiche, ardenti e profonde speranze dell’ammiraglio. Proprio il 27 ottobre, nell’imminenza del grande evento, Cagni aveva scritto da Roma: « Ritengo che ogni cosa si risolverà in una crisi diversa dal solito, ed il paese vi è talmente preparato che tirerà un sospiro anche se si formerà un Ministero nuovo di minoranza ». Pochi giorni dopo, mentre già si delineavano certi contrasti fra lui e Thaon di Revel ministro della marina, riaffermò tuttavia la sua fiducia senza avanzare nessuna di quelle infinite, meschine riserve dovute ad abito mentale o a poveri interessi personali offesi che in quel tempo quasi tutti gli anziani, compresi i famosi “fsimpatizzanti ”, cominciarono a mettere innanzi. « Sono pronto a qualsiasi sacrificio di vanità e di amor proprio per questo governo che è il mio ideale di governo e per la marina ». Parole testuali e confidenziali scritte il 16 novembre. E ancora: «Leggerai sui giornali la posizione del nuovo governo che segna sempre una gran forza. Qualunque cosa accada (la scissione, per esempio, dei fascisti) avrà fatto del bene al paese cambiandone e fortificandone lo spirito all’interno ed all’estero ». Lesse con un fremito di gioia le parole del Duce alla Camera: « Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco per i manipoli ». Questo era il linguaggio che gli piaceva. Esultava come vendicato da quell’uomo possente venuto dal popolo per liberare Roma dai proseliti di Giolitti e iniziare un tempo nuovo. E nell’entusiasmo quasi dimenticava di essere giunto al limite della sua carriera marinara. Infatti a metà novembre gli venne la nomina a presidente del Consiglio Superiore di Marina, carica altissima ma che — ben lo sapeva — significava giubilazione, sbarco e distacco definitivo dal mare. Il provvedimento, che lui stesso aveva sollecitato alcuni mesi prima in altra atmosfera politica, era logico e previsto, ma l’ammiraglio dovette raccogliere tutte le sue forze per resistere all’emozione del