io6 IL MUSAICO TRIESTINO E QUELLO DI TORCELLO Già alcuni particolari dei simboli rinviano a un’epoca molto anteriore. Primo di tutti, la palma che è nel mezzo dei dodici apostoli, dove apparisce non con mero valore decorativo, ma come simbolo del Paradiso. Essa ci riporta specialmente ad alcune figurazioni di sarcofaghi ravennati di tradìtio legis paleocristiane o ad altre, dov’essa appare presso il Cristo e gli apostoli Pietro e Paolo, o come in quello dell’ar-'civescovo Giovanni V (vili secolo) dove è usata simbolicamente insieme alla croce e ai pavoni. Non conosciamo alcuna opera del xn secolo e nemmeno di quelli subito precedenti, dove la palma abbia ancora così spiccato valore simbolico. Anche la figurazione di san Pietro con la croce astata e non col volume delle sacre leggi accenna sicuramente a tempo antico e a esempi dell’arte cristiana o bizantina della prima maniera. Le figure degli apostoli di Torcello sono, come dice il Testi, tutto quanto si possa imaginare di sgangherato nella costruzione e di erroneo nel disegno. Orbene, benché gli apostoli di San Giusto non sembrino più riproduzioni di statue, essi sono ancora ammirabili nel disegno e nella costruzione. Quelli di Torcello sembrano brutte copie dei triestini e presuppongono cartoni deficientissimi, mentre questi hanno avuto modelli di linea eccellente. I volti degli apostoli torcellani sono piatti, schematici, privi d’espressione, con lo sguardo quasi inebetito: in quelli di San Giusto, ben al contrario, alcuni volti, modellati con fine perizia, sembrano dei ritratti: ad es. quelli di san Bartolomeo, di san Pietro e di san Paolo, dei due Giacomi e quelli in specie di san Mattia e di san Simone. Lo sguardo, girato da più parti, è sempre vivo, spesso intenso. Non vi è segno stereotipo: ogni figura è delineata con originalità, spesso con tratti di carattere individuale. E una grande forza d’astrazione spirituale si rivela in alcune. Gli atteggiamenti nelle figure di Torcello sono rigidamente uniformi, bizantinamente ieratici e inanimati: a San Giusto, invece, sono diversi in ogni persona. In alcune anzi — ad es. in quella di san Bartolomeo, che tiene la mano destra distesa lungo il corpo e con la sinistra regge il mantello (fig. 29) o in quella di san Simone, che è in atto di camminare verso i suoi compagni di destra e muove la mano destra come se col gesto commentasse la parola (fig. 31) — in alcune figure, dicevamo, c’è una naturalezza e un movimento e anche una freschezza di disegno, quali non si vedono in alcun musaico delle regioni venete. Negli apostoli di Torcello (eccettuato san Pietro) le vesti sono bianche e tutte