OPERE D’ARTE ROMANICA 187 la corona in testa e sta sotto un arco trilobato. L’interessante scultura, di taglio rozzo e duro, ha stretta analogia con le non meno primitive opere del timpano e della galleria esterna del duomo di Gemona e, contemporanea a loro, risale alla fine del xm secolo. Allo stesso gruppo di sculture romaniche appartengono una rozza Madonna, che stava a Santa Croce, nel territorio, e ora si trova al Museo, e una minuscola Madonnina di pietra e dipinta, che è immurata a San Giusto, presso la porta della sacrestia. Preziosa è un’imagine di san Giusto dipinta su un velo di seta rosa, che si conserva nel tesoro della cattedrale (fig. 45). Il santo, raffi- fig. 49: sigillo del Comune sino al xvi secolo gurato a mezzo corpo, ha il simbolo del martirio nella sinistra e tiene la destra aperta sul petto come gli oranti. Un gran nimbo giallo circonda il capo. Porta un mantello grigio ferro annodato al collo e una tunica bianca, ornata alle spalle, sul petto e all’orlo della manica da una fascia di gemme e di perle, alla maniera bizantina. Ai lati del capo è la scritta s ivstvs. La fascia fu trovata in una verificazione delle reliquie del Patrono, fatta nel 1826: le furono trovate appresso monete, di cui la più recente era del 1288. È probabile che con quel velo fosse fasciato il capo del Santo in una verificazione celebrata nel 1288 o nel 1289. Forse in una esposizione delle reliquie decretata nel fortunoso anno 1289, dopo