LA SCUOLA E I SUOI MAESTRI l’insigne umanista. Anche Pier Paolo Vergerio ebbe vive relazioni con Trieste. L’aria intellettuale della città doveva essere assai confortante per un cultore delle umane lettere, se Giorgio Sisgoreo, l’umanista dalmatico amico dello Zovenzoni, poteva chiamare Trieste doctis multo ca- fig. 99: Leone di San Marco sulla torre di Parenzo (scultura di Lazzaro de Pari, triestino, 1447) nenda viris. Ricordava il Sisgoreo, in un’elegia dedicata appunto allo Zovenzoni e contenente un’alata e vergiliana descrizione di Trieste, come vi si potessero vedere in essa alcuni che celebravano i nomi di Virgilio, di Ovidio e di Catullo: evidente accenno ai cultori della poesia latina, di cui lo Zovenzoni gli avrà fatto conoscere l’esistenza, parlandogli della cerchia in cui viveva. La scuola esercitò un’azione continuamente benefica. Nei primi due decenni del secolo la ressero alternativamente Bartolomeo de Franchi, cividalese, e Blenghio de Grilli, genovese, tanto lodato dal Vergerio. Il Franchi morì nel 1419: gli successe per poco Antonio Resti. Quindi,