BERNARDO DI TRIESTE 179 ora nel Friuli, ora nellTstria. Egli, perito nelle armi e nelle leggi, è una tipica figura del tempo dei Comuni. Nel 1243 fu podestà di Spalato. L’arcidiacono Tomaso lo ha immortalato con un mirabile ritrattino lasciatoci nella sua Cronaca salonitana. « Era — dice di Bernardo — maturo d’età, ma l’abitudine del guerreggiare l’aveva fatto aspro e, inquieto. Era uomo magnanimo e cupido di gloria, pronto alle armi, tardo al regime civile ». Dove avesse fatto tanto esercizio delle armi non sapremmo dire. Forse, come vassallo del Patriarcato e del vescovato, nel campo di Federico II. Dei suoi figli, uno, nominato Bernardino, fu podestà di Parenzo nel 1273. Tre anni più tardi egli stette in lite col vescovo Arlongo, di cui era vassallo. Accusato di aver maltrattato un pievano, di aver fatto molti danni alla chiesa triestina e di aver spergiurato la sua fedeltà di vassallo, fu scomunicato. Vanno rammentate parimenti le famiglie nobili veneziane, che mantennero la fama della loro origine triestina. Le ricordava Marin Sanudo ancora nel 1522, quando alcune erano già estinte: Abramo de Trieste; Albani da Trieste: « fero edifichar San Se^rvolo, mancò 1165 »; Barbari olim Magadesi de Trieste; Bocho de Trieste, « fece far San Marziliam, mancò 1311 »; Burecaldo da Trieste, « manchò 1381 »; Bonzi da Trieste, « manchò in sier Zuan Batista fo podestà e capetanio a Ruigo, fè Santo Andrea »; Don Zorzi, « manchò sier Filippo era visdomino in Fontego 1312 »; D’Agnus Dio de Trieste, « manchò sier Nicolò, era sora Rialto 1370 », e alcune altre. Di uno dei Barbari o Magadesi, il Sanudo narra un episodio che ricorda l’origine dei colori dei Babenberg d’Austria: « et hessendo — dice di questo Magadeso — al conquisto di Suro (Tiro, 1124) fu ferido, tolse uno ninzuol e con il sangue fece uno O tondo e levò cussi l’arma ». Lo sviluppo edilizio della città dovette essere considerevole nel secolo xiii. Quando s’interrasse la parte ora occupata dalla piazza dell’Unità, dove penetrava il mare ai tempi romani, e quando la si inchiudesse dentro un nuovo recinto di mura, non consta: è certo però che nel xiii secolo v’erano in quella zona edifici importanti e le mura davano sul mare. Il più importante di quegli edifici era il palacium comunis, il palazzo del Comune, che il Kandler crede esistesse dal 1252 e di cui s’ha notizia nel 1254. Nel 1295 fu alzata al suo fianco la torre con la campana dell’arrengo e con le altre degli uffici minori. Il « por-