•PRIMI PATTI CON VENEZIA 127 all'imperatore, attesta della scarsezza dei proventi delle gabelle, delle imposte e delle decime e implicitamente della scarsezza dei commerci. La potente ripresa dell’italianità nel Friuli, la lotta per un più franco sviluppo degli istituti comunali, l’affermazione sempre più decisa del dominio veneziano, la generale ascensione dei commerci italiani, resero a Trieste, nel xn secolo, una maggior robustezza, le diedero più fermo respiro sotto l’oppressante peso del suo retroterra e la fecero capace di passare ai tempi nuovi con notevoli germi di vigore civile e militare. < . j • ■*. Nella storia della città, durante il xil secolo, sono valori principali il progressivo distacco dalle autorità imperiali, la crescente dipendenza da Venezia e la conquista di più ampie libertà civili, anzi la formazione propria e compiuta del Comune borghese. La Repubblica di San Marco non mancò mai di present are i conti della difesa adriatica alle città istriane. Ma nella prima metà del xil secolo deve aver chiesto a esse una più determinata obbedienza e alcune prestazioni navali, imponendo alle città stesse quella specie di federazione obbligatoria, cioè quella fidelitas, che fu la tipica forma del vassallaggio nel primo periodo delle sue dominazioni. Nello stesso tempo si assicurava o manteneva in tutte la posizione commerciale della nazione preferita. Il bisogno di vivere sul mare, la necessità di saperlo sicuro dai pirati, il desiderio di vedere intensificate le linee commerciali, tutte cose fattibili unicamente mercé di Venezia, non lasciarono di creare profondi obblighi e conseguenti vincoli politici tra le città istriane e il Dogato. Se i Polesani, nel 1145, potevano essere considerati come ribelli di Venezia, vuol dire che la dipendenza era già effettiva e stretta. Fra il 1148 e il 1152 furono sottoscritti alcuni patti, con cui le città istriane riaffermarono la loro fedeltà al Doge come al loro signore. Non sono conservati documenti che contengano tali patti anche per Trieste. Ma la mancanza dei documenti non permette di credere che Trieste abbia potuto sottrarsi a quella politica di dominazione che il Doge Morosini condusse con rapida e ferrea energia. Trieste, come Pola, come Capodistria, come le altre città istriane che lottavano già per il loro Comune e contro l’autorità del marchese e contro quella di Venezia, sarà stata recalcitrante all'obbedienza verso San Marco. Ma il bisogno del mare