74 DOCUMENTI DEL XII-XIII SECOLO Santa Madre di Dio Maria e del santo Giusto martire ivi corporalmente giacente » (in honore Sancte Dei Genitricis Marie sanctique Insti martyris ibi corporaUter quiescentis). Attestazione chiarissima della duplice invocazione della cattedrale e del fatto che il santo patrono dava il nome alla chiesa perché ivi stava sepolto il suo corpo. Questa era il grande e unico suo sacrario: il santo stesso simboleggiava la diocesi e la chiesa triestina come ente morale. Onde nel 1080 una causa della chiesa triestina e del vescovo è per eccellenza causa sancii Insti martiris, causa di san Giusto. E in un diploma del 1115 il vescovo Artuico, parlando di un terreno arativo che spettava al vescovato, dice: «appartiene a me e a san Giusto ». Ugualmente nel documento riguardante una lite di con fonazione con Duino, l’anno 1139, la chiesa triestina si chiama senza altro ecclesia sancti Insti e la terra chele appartiene è. terra sancti Insti. Nei cinque documenti (intendiamo, sinora conosciuti) che vanno dal 1152 al 1209, la cattedrale è indicata col solo nome di Maria: ma ciò non può essere dovuto a altro che a intensificato culto della Vergine, quando non a ragioni politiche, essendo preferito il nome di Maria dai vescovi (quattro dei documenti sono vescovili) in confronto a quello del patrono, preferito dal Comune. A ogni modo, anche se intitolata soltanto alla Vergine, la chiesa è sempre quella unica vista nei documenti sino al 1139. Riappare poi col suo nome più vecchio. La «chiesa della Madre di Dio Maria Vergine e di san Giusto martire » è a capo dell’episcopato nel diploma di Federico II, l’anno 1230. Sei anni più tardi la concessione del Comune ai vescovi è fatta « a onore di Dio, della Beata Vergine e di san Giusto martire » per la perpetua riparazione della « loro » chiesa (ecclesie eorumdem). Così negli atti pubblici. Ma, in uno privato del 1235, la chiesa di Trieste è domns sancti Insti, duomo di san Giusto. Nel 1256 si dice di nuovo «chiesa maggiore di Santa Maria ». Invece nel 1278, l’atto di fondazione di un convento è « stipulato a Trieste, nel coro della chiesa di san Giusto » (actum Tergesti in choro ecclesie sancti Insti). E in un documento dell’anno 1301, il capitolo della cattedrale triestina è detto proprio così: « capitolo del duomo di san Giusto a Trieste » (capitulum maioris ecclesiae tergestinae sancti Insti). Infine, un documento del 1304, proveniente dai Santi Martiri, chiama il duomo « chiesa di san Giusto », come la citata iscrizione del Pedrazzani.