36 LE INVASIONI SLAVE suffraganei e lo chiamò a Roma. Ma i vescovi ricorsero all’imperatore, affermando che il popolo era talmente infiammato per la più antica fede cattolica, che preferiva il morire aU’esserne divelto. E l’imperatore invitò il Pontefice a non molestare i vescovi. Però pochi anni dopo Gregorio ebbe un valido aiuto in Basilio e Gulfario, governatori greci della Venezia e dellTstria, per il che incominciò l’opera della conversione. Nel 602, primo era strappato allo scisma e guadagnato all’unità della Chiesa Firmino, vescovo di Trieste. Il suddiacono Giovanni scriveva a san Gregorio delle difficoltà che la conversione creava al suo vescovo: ma il Pontefice rispondeva a Firmino che San Pietro non l’avrebbe abbandonato e gli inviava in dono un sacro paramento. In prima Severo si studiò di riguadagnare il vescovo triestino cum diversis suasionibus: ma appena, nel 603, s’accorse che sprecava fiato e inchiostro, gli sollevò contro i diocesani, ottenendo che gli si ribellassero. Fu il punto culminante delle lotte religiose nella città. Proprio allora le agitazioni violente non servirono punto. Sollecitato da san Gregorio, intervenne risolutamente l’esarca Smaragdo, né sulla cattedra triestina vi fu più vescovo scismatico. Quando (611) per opera dei Longobardi, rivelandosi allora il gioco degli interessi politici che avevano alimentato o fatto sollevare lo scisma, si formò un Patriarcato di Aquileia opposto a quello di Grado e questo fu cattolico e quello scismatico, i Triestini, che avevano così cocenti ricordi dei Longobardi, capirono l’antifona. Né si parlò piri dei Tre Capitoli a loro riguardo. La loro conversione fu probabilmente facilitata dalle invasioni che i Longobardi gettarono contro la provincia istriana. Alleati degli Avari, essi persuasero codesta genìa a mandare oltre le Alpi alcune orde di Slavi a loro soggetti. La prima incursione e le prime devastazioni si ebbero nel 598 e gli Slavi furono battuti dall’esarca. Nel 602 Slavi e Longobardi alleati tentarono di nuovo la conquista dellTstria, ma ne furono respinti da capo. Essendo entrati gli Slavi per l’ingresso naturale di Nauporto-Prevaldo, le lotte si combatterono, a quanto pare, nel territorio triestino che formava la frontiera. Una terza invasione, questa volta di soli Slavi, avvenne nel 611: i nuovi barbari, distrutto l’esercito che difendeva i valichi, penetrarono nel-l’Istria, la depredarono miseramente, ritornando poi nelle loro terre.