l’oppressione dei carsi 213 coi procuratori Zorobabello o Roba de Leo e Amico Mostelli e s’ebbe dal Doge sentenza che si ripromise di regolare il conflitto. Poi venne la controversia del 1335 più su ricordata e finita nel 1336. Un anno più tardi s’era a nuove lotte sui Carsi. Il Patriarca Bertrando di San Genesio, un francese, aveva dato a due Tedeschi, Guglielmo de Spenimberg e Volvino de Stemberg, il territorio attorno a Postumia. O perché mettessero taglie ai mercanti o perché infestassero le strade, si trovarono nel 1336 in guerra col Comune triestino. Nel febbraio del 1337 si venne ad un accordo: delegati a trattare con Volvino e Janzerl, suo fratello, i procuratori Pietro Gremon e Mes-salto'de Messalti. Altri signorotti posti a cavaliere alle strade mettevano l’anarchia nel retroterra. Nel maggio, in Cividale, riusciva al Comune di portarne alcuni — i signori di Piscatz, di Osterwitz e altri —a una tregua. Ma agli Stemberg e ai loro accoliti seguirono in campo contro il Comune triestino le genti di Duino, appoggiate da Gianenrico di Gorizia, stato pochi anni prima podestà. La sorte della città, sebbene godesse l’indijiendenza e forse appunto causa questa, perché era piccolo Stato a sè, rimesso alle sue sole forze, mostrava i suoi drammatici lineamenti. Sul mare la sovranità di Venezia, quindi limitazione della navigazione dentro le pure concessioni della Dominante, signora del mare: di più la concorrenza delle sue città istriane. Di dietro, sul collo e alle spalle, dov’erano le arterie per cui aveva a correre il suo sangue, gente alla quale la violenza, la prepotenza, il ricatto, l’interesse e l’inciviltà erano le sole norme in tutti i rapporti. Doveva conquistarsi ben duramente l’esistenza il piccolo e inquieto e altero Comune di san Giusto! Fu, con quei di Duino, una guerra aspra e sanguinosa. Il Comune raccolse due corpi armati, che furono diretti contro Vipacco e contro Castelnuovo dei Carsi. I documenti ricordano « spogliamenti, incendi, ruberie, rapine, omicidii, prigionie, furti, violenze e altri modi simili », con cui i nemici l’un l’altro si danneggiarono. Fu fatta la pace a Mon-falcone nel 1338, con la mediazione di Venezia, interessata per i danni che la chiusura delle strade carsiche portava alle città istriane e ai suoi mercanti residenti a Trieste. Era podestà Guecellone di Porcia; procuratori alla conferenza di Monfalcone, dove l’accordo fu conchiuso, Giraldo Rossi, Roba de Leo e Giusto Pace.