OPERE D’ARTE FRIULANA 299 Di sotto, il primo quadro contiene l’apparizione di san Giusto al prete Sebastiano dormente: il letto, nascosto a metà da una tenda, è raffigurato tra due torri e su uno sfondo di mura merlate, che devono simboleggiare la città chiusa. La scena appresso è quella del ritrovamento. Sebastiano, in candide vesti sacerdotali, alza le mani in atto di preghiera; sono con lui in gruppo chiuso due giovani diaconi e quattro cittadini, di cui si vede uno solo in figura intera. Dinanzi a Sebastiano, sulla riva del mare, giace il corpo del martire, con le braccia incrociate sul seno, ivi gettato dalle onde. A sinistra è una torre di città, donde esce un « bastasio » o facchino, con le vesti stracciate, portando in spalla una barella. Nello sfondo montagne brulle. Segue la rappresentazione del funerale. Due diaconi e quattro cittadini portano il corpo di San Giusto avvolto in ricca coperta; sono preceduti da un chierichetto con la croce e da Sebastiano e seguiti da alcuni cittadini, di cui figurato intero uno solo. Nello sfondo un monte nudo. L’ultima scena è il seppellimento. Due uomini, avvolto il martire in un lenzuolo, lo depongono in un’arca. A sinistra è il chierico con la croce; dietro l’arca Sebastiano che dà l’incenso al martire, mentre un diacono gli tiene aperto il libro delle preghiere; davanti l’arca sono due piccole figure di storpi che invocano il miracolo; a sinistra un gruppo di cittadini in atto di venerazione. In fondo, sul primo piano, una piccola chiesa, con un rosone sulla facciata (quella dei Santi Martiri?) e più indietro le solite alture ignude. Gli affreschi sembrano dipinti da due artisti: la verberazione e il martirio si direbbero più deboli. Ma forse è inganno prodotto dai restauri ovvero si tratta dell’opera d’un aiuto. Nonostante la loro relativa piccolezza, alcune scene sono dipinte con un vero senso monumentale: si veda il mirabile gruppo che esce dalla città nel ritrovamento del martire, il funerale e anche il seppellimento. Squisita per finezza di tutti i tratti espressivi la scena del sogno del prete Sebastiano. La stessa pochezza dei personaggi in ogni quadro conferisce a questi una notevole forza di sintesi rappresentativa e i fondi brulli e aridi aumentano talora il senso del drammatico. Lo stile risente lontane, ma precise influenze giottesche. La scuola, da cui sono usciti questi affreschi, è la friulana. Gli unici riscontri sono a Venzone e a Gemona. La parentela con l’affresco della « Consacrazione » del duomo di Venzone è evidente, specie nel gruppo della scena del ritrovamento. L’affresco di san Martino sotto quello della « Consacrazione » venzonese e l’affresco sulla facciata dell’ospitale di Gemona hanno chiara analogia coi nostri affreschi. Forse le pitture di cui il Patriarca Bertrando ornò alcune cappelle del