276 Colpi di testa con due ufficiali d’ordinanza creati per l’occasione. Veniva poi la carrozza del Governatore il quale aveva con sé il console Galli e l’aiutante di bandiera, infine altre due vetture con Verri, Craveri ed alcuni ufficiali. La musica della nave ammiraglia, fatta sbarcare per la circostanza, intonò la Marcia Reale, poi l’ariosa cadenza della Marcia della Marina. Tutta quella messa in scena fini per dare agli stessi organizzatori l’involontario, irresistibile brivido che prende gli uomini alla schiena nelle ore solenni della vita. Cagni partecipava soddisfatto alla cerimonia da lui organizzata, come un regista o un maestro di coro che si insinua nell’azione sul palcoscenico, fra le comparse. Raccontò poi divertito: « Il corteo si mette in moto: i cavalli della vettura del Governatore non vogliono andare, si impennano, occorre prenderli a mano, ma finalmente la baracca si incammina maestosamente. Io galoppo alla portiera destra del Governatore con mediocre fiducia dei marinai che rasento con la groppa del cavallo ». « Si giunge al castello: una compagnia d’onore è nel cortile al disopra della rampa. Entrati nel gran salone, Borea ed io ci guardiamo e ci viene da ridere a fior di labbra. Ho creato Ar-lotta governatore del castello e gran cerimoniere. Tutto è già preparato pel gran ricevimento cui Carlo accudisce con gran sussiego. Giunge Hassuna Pascià introdotto dagli havas del consolato: è in guanti bianchi e va subito in tenerezze con Borea. Vengono tutte le notabilità di Tripoli; il salone è pieno, si fanno i soliti discorsi e le solite reciproche promesse, è servito il caffè turco, sigarette, acqua gelata. Poi tutti si ritirano con l’apparenza molto soddisfatta. Ad ogni giro, ad ogni angolo, si può dire ogni cinque passi, è una sentinella che presenta le armi. La musica suona nel cortile. È qualcosa di imponente e lo deve essere per questi arabi. Alle 11,30 giungono tutti i consoli in grande uniforme. Tilger fra i primi vestito da corazziere bianco! Con un elmo coperto di piume, fiero del suo abito che sembra su di lui preso in affitto tanto all’ora in carnevale. Il console austriaco che si squarcia per sorridere e vi riesce male. Il greco sembra un cameriere di caffè di quarto ordine vestito a nuovo: è uno dei pochi in frac borghese.