294 DIPINTI DEL TRECENTO sieme a Pietro de Luna murarius, nel 1384 alla porta delle saline, alle mura e alla nuova Loggia. Un generoso cameraro del 1395 conserva il nome di molti che lavorarono al nuovo palazzo comunale. Sono ancora Francesco de Cozena e Tomezo di Servola, poi Antonio da Muggia, Marino Mòsco, Alessio de Alessi, Vosca e Marco. Francesco è maestro edile anche nei documenti del secolo seguente. Il Vosca, in una carta del 1419, si dice anche lapicida (scultore). Degli altri non si saprebbe dire che parte avessero: appaiono tuttavia dirigere i lavori eseguiti dai molti operai minori non nominati. Il XIV secolo può vantare un largo numero di dipinti notevolissimi. Il migliore di questi è il polittico che appartenne al convento di santa Chiara e ora si trova al Museo di storia e d’arte (fig. 60-64). Divisa in trentasei riquadri e in due portelle dipinte su tutte e due le faccie, la pala, molto preziosa anche per l’iconografia, contiene in trentatrè imagini a fondo d’oro scene della vita di Gesù, dall’Annunciazione all’Ascen-sione, e nelle altre tre la morte di Maria, la morte di santa Chiara, poi san Francesco che riceve le stimmati. Ogni imagine, tranne l’ultima e quella del Sudario, ha il titolo quasi sempre iniziato da un hic... Le portelle chiuse sulla pala mostrano: quella di destra, san Sergio, e l'altra* san Cristoforo che attraversa l’acqua reggendo il Bambino. Aperte, hanno maggior varietà di figure e si dividono ciascuna in tre fasce. Quella di sinistra, incominciando dalla fascia superiore, contiene san Giovanni Battista e l’Evangelista che accompagnano santa Chiara dinanzi alla Madonna; san Giusto che regge come simbolo un edificio merlato con torre, e san Servolo, dinanzi al quale è un drago domato; i santi Lazzaro (Lacarus) e Apollinare (Apolenaris) in vesti di diacono, quello con la navicella, questo con l’incensiere. La portella di destra mostra, nella fascia superiore, il Cristo in figura di Ecce homo appoggiato a una croce a braccio doppio e la Madonna che accoglie sotto il manto allargato un gruppo di devote; nel mezzo si vedono santa Chiara e santa Agnese che accompagnano un altro gruppo di devote inginocchiate, la prima delle quali stende la mano verso un santo vescovo che, ritto dinanzi a un altare, le porge un ramo d’olivo; nell’ultima fascia sono dipinte le tre sante Barbara, Catte-rina e Margherita. Il polittico ha uno speciale valore per la storia dell’arte, perché rappresenta la fase di transizione tra gli schemi bizantini, a cui sono conformi le scene della vita di Gesù, e i nuovi elementi dell’arte veneta