XI. VITA ECONOMICA E INTELLETTUALE I documenti finora pubblicati non permettono una minuta descrizione della vita economica e culturale della città, quale fu nel periodo formativo del Comune, tra il xi e il xm secolo. II xi secolo dev’essere stato tempo di povertà: considerando che alla Chiesa spettavano molti redditi del fisco regio prodotti dai commerci di transito e dalle industrie, la grande povertà in cui essa era caduta può essere il riflesso d’una condizione di generale ristagno dei commerci. Però, se questo fu veramente, i tempi mutarono poi a favore della città. L’arabo Edrisi, nel « Libro del Re Ruggero » scritto intorno al 1150, ci ha lasciato una descrizione di Trieste, attinta ad altre fonti, che in mezzo a parecchie inesattezze (come la vicinanza del Timavo) dà alcuni tratti generali assai brillanti. Dice Edrisi: « Da Grado a Trieste, città fiorente, larga di perimetro, popolata di milizie, d’intraprenditori d’industrie, di patrizi, mercanti, e artieri, cinque miglia. È città bene difesa sopra un fiume che, quantunque scaturisca non molto lungi, pur è grosso e la provvede*d’acqua da bere. Giace in fondo al golfo dei Veneziani, sul confine del loro territorio ed è stazione navale del paese d’Aquileia, dove stanno adunate le navi che si mandano in corso ». Il quadro è lusinghiero: se le fonti usate da Edrisi non erano molto antiche (quel « popolata di milizie » fa pensare a una fonte bizantina del tempo del numerus) e l’imagine è veramente del xn secolo, essa ci presenta per quel tempo un porto ricco e fiorente. Notizie speciali sui commerci sino al xm secolo, nessuna. Le loro vie erano sempre quelle oltre i Carsi, detti Carstum in un documento