4 28 allontanato dalla Corte (1) e il buon accordo non fu ripristinato se non dietro un’ apertura fattagli dal ministro marchese di Torcy il 21 dicembre 1712, intorno al desiderio del re che la scambievole amicizia fosse ristabilita, facendo altresì considerare di quanto vantaggio tornerebbe a Venezia una stretta unione colla Francia (2). Non aderì a questa la Repubblica, ma continuando come mediatrice i suoi sforzi per la pace generale, mandò al congresso d’ Utrecht il cav. Carlo Ruzzini. La Francia vi mandò il marchese d’ Uxelles, 1’ abate di Polignac ed un Me-nager che già aveva avuto parte nei primi parlamenti ; la Spagna Gomez di Silva e Luigi d’ Acugna ; 1’ imperatore il conte di Zinzendorf e Diego Hurtado di Men-doza ; 1’ Inghilterra lord Straford ed il vescovo di Bristol ; 1’ Olanda vi era rappresentata da Buys, Vander-busen e Adriano di Benswonde ; la Savoja dal conte Annibaie Maffei e dal marchese del Borgo (3). Le conferenze si aprirono il 29 gennaio 1712, ma tante erano le difficoltà da vincere, tante le pretensioni da soddisfare, che la trattazione diveniva sommamente scabrosa, e i colloquii e le scritture si moltiplicavano all’ infinito e si prolungarono per oltre un anno. E alle questioni delle potenze interessate fino allora nella guerra, un’ altra e importantissima erasi aggiuuta per 1’ assetto che voleva darsi al-1’ Europa colla soluzione della questione italiana, della quale nulla dissero finora gli storici. Tutt’ i principi italiani avevano mandato i loro ministri e rappresentanti ad Utrecht, benché solo quelli di Veti) Dispacci Alvise Mocenigo. (2) Dipacci Carlo Ruzzini da Utrecht tra i quali trovasi una lettera autograta del marchese di Torcy. (8) Botta, Storia d’ Italia, nell’ enumerare i varii ambasciatori al Congresso generale, ommette il Ruzzini che pur v’ ebbe tanta parte.