279 N. U. si sono fatte a lui ricercare, da cui si ebbe in risposta che le aveva date alle fiamme. Uniformi deliberazioni si presero rispetto all’ altra in Vicenza. Assunti, com’erasi fatto in Padova, li costituti di alcuni dei soci, e prese maggiori fondate informazioni, si è commesso a quel N. U. podestà di fare immediatamente chiudere la casa della riduzione, dopo che si erano state tolte da quella le carte e li mobili che vi erano, rassegnando le prime al Tribunale ed esitando gli altri, perchè il ritratto della loro vendita fosse impiegato in caritatevoli disposizioni. Con misure eguali di prudenza e di risoluta esecuzione si è proceduto per lo scioglimento della loggia di Verona, capo della quale si rilevò essere G. B. Joure maestro di lingua francese in quel collegio militare. Dagli stessi di lui costituti e dalle note che si sono ritratte risultò che autore fosse egli stato di quella compagnia, che cercava per ogni modo di aumentare coll’ aggregazione di altri individui per assicurare la di lei sussistenza, che stabilite avesse per la la riduzione alcune stanze nel Castel vecchio appartenenti al colonello Lorgna, dal quale gli erano state accordate. Asportate da quella le carte e li mobili ritrovati, disposto essendosi delle une e degli altri in conformità al praticatosi a Padova a Vicenza, fu comandata poi ed eseguita 1’ espulsione del detto Joure dai pubblici stati con pubblico precetto di più non ritornare, del che si resse consapevole il Savio alla Scrittura per la sostituzione nell’ ufficio che sosteneva, facendosi altresì avvertire il nominato colonello di non dover disponere in avvenire di quelle stanze in alcun uso che meritar potesse rimprovero e disapprovazione. Sciolte in tal modo e annientate le compagnie suddette, le carte poi e libri della Sacra Bibbia, emblemi ed alcune vesti rinvenute nella loggia in Venezia unitamente alle altre spedite dai tre rispettivi