452 XIV secolo del veneto Archivio (Commemoriali Voi. I, 13), ove si narrano le impresa di Orseolo e la dedizione di Zara, riporta : deinde Sibenicum, Tragurium, Spaletum, Abserum, Chersum, Veglam, Fa-ram, Dalmissam, Curzolam, Ragusium in tandem fidelitatem habuit, omnesque ducevi ipsum et ejus successores sibi in veros dominos as-sumpserunt. Aggiunge Andrea Dand®lo (Murat. Ber. ¡¿al. Scrip. Tom. XII, p. 30) : Hoc peracto victor Princeps Sancti Maximi recep-tavit. Illuc Ragusiensis Episcopio cum suift conveniens, eidem Principi sacramenta omnes facientes, ossequia milita detulerunt ». Nel Codice Ambrosiano in margine, di fianco a questo periodo, leggesi : Tane mistii prue,fedì ex Venetis in urbes Dalmatiae, videlicet : Otto Urseolus Spalatum, alibi Ragusium, et Spalatum eius filius. Anche Sabollico dopo aver narrata la dedizione di Ragusa a Orseolo (Dee. 1, lib. 4) soggiunge : placuit (se. Orseolo) in gingillati nova e pro-vinciae urbes novo» magistratus mitfi ; femntque Othonem unum Ra-gusium atqne in urbes alios, quorum nomina vetustas aboluit, min-sos fuisse. L’ Ab. Coleti (lllgr. Sac. Voi. VI), toccando questi fatti, osserva, ohe a sentenza degli scrittori ragusei, i loro ambasciatori recaronsi alla presenza di Orseolo, non già per sottomettersi al veneto Dominio, ma unicamente per chiedere la restituzione di una nave lor tolta da una veneta squadra. Nè il Coleti ebbe coraggio di ribattere un tale ritrovato per ragioni, che qui giova tacere. Non avvi storica fonte, che pur anco adombri un tale asserto. Potreb-besi mai credere, che per ragione sì tenue s’ abbiano mosso i principali della città con a capo il vescovo stesso ? Si può anzi inferire a tutta ragione, che Orseolo, fiaccati i Narentani, avrà voluto fare altrettanto con Ragusa alleata e già da 160 anni tributaria di que’ barbarissimi ladroni, come con qualche jattanza ci va insegnando l’Appendini ; impresa già tentata da’ Veneti nel 971. Accorderemo però, che il primo dominio veneto in Dalmazia a poco a poco andasse a debilitarsi in modo da riuscire, più che di fatto, di semplice protettorato. Ne fan prova le frequenti rinnovazioni dei patti tra Venezia e le città dalmate, che ad ogni occasione propizia si disvinoolavano da ogni soggezione straniera, reggendosi a popolo o sotto la protezione di chi sapeva meglio blandirle. Ed è per ciò che s’avvicendano su quella costa, o in singole parti di essa, le lotte, e quindi i dominii di forma e portata diversa : veneto, utigaro, greco e normanno. Ragusa avrà corse le stesse fasi, e