84 travedere, scriveva Ruzzi ni, che non ami V unione ed alleanza positiva tra li principi d’ Italia ; forse crede che una « volta conosciute e pesate le forze di tutti e dall’ interesse comune conciliate le diffidenze e facilitata 1’ armonia, anco tra molti, una tal congiunzione in qualche tempo non fosse utile alli disegni della Franza, mentre 1’ Italia è troppo vicina non meno alla medesima che alla casa d’Austria per poter esse scordata, o sia per avanzare li pro-prii o per impedire li progressi degli altri. » Cercava tuttavia 1’ abate di Polignac di rassicurarlo circa a’ sentimenti della Francia, dicendogli : che si trattava di una provincia vicina che serve come di frontiera tra la Francia e l’imperatore, onde il danno de’ suoi principi per contracolpo verrebbe a cadere in danno della Francia stessa; che se casa d’Austria alimentandosi nell’ I-talia aumentasse il suo vigore, questo poi all’ occasione sarebbe impiegato contro la regia Corona ; che bisognerebbe assicurarsi dell’ appoggio dell’ Inghilterra, e che del resto, aperte che fossero le conferenze generali, se ne parlerebbe. Le conferenze si aprirono ; fu dapprima convenuto di un armistizio, e che 1’ Italia fosse liberata ulteriormente dall’acquartieramento di truppe, come altresì che gli imperiali sgombrassero dalla Catalogna (1) ; 1’ Inghilterra, premurosa di venire ad una conchiusione dopo le lunghe e tanto intralciate trattative (2), comi nviava a mo- esser occasione di temere, mentre la massime del Ministro di Londra possono essere circondate da varii riguardi verso 1’ imperatore, da molti riflessi verso la premura della pace universale, come più volte 1’ ho considerato, * 3 feb. 1712213. (1) 3 Marzo 1713. (2) « Si vede che 1’ Inghilterra vinta da più vicini e pressanti oggetti d’ una pace universale in cui si considera unita alla gloria della corona anco la sicurezza del presente ministero .... non vuol ora professar con vigore le massime altre volte dichiarate a benefizio dell’Italia », 2(5 maggio,