499 Dopo il pagamento degli annui prò, la spesa più forte è quella che fa il dipartimento della guerra, e che monta a centoventidue milioni circa all’anno. In questa partita meritano particolar menzione due articoli, cioè il mantenimento degl'invalidi, che costa un milione trecentomila franchi, ed il mantenimento della scuola militare, che ne costa un milione e eeicentomila. Le truppe di questa Corona, secondo il piano di pace, ascendono a poco più di duecentomila uomini d’infanteria, e a trentamila di cavalleria. In caso però di guerra questo numero si aumenta di molto, e persino del doppio. Le cernide, qu dette milizie, consistono in settanta-mila teste. Il terzo capo di grave dispendio è quello della marina, che assorbe all’ incirca quarantacinque milioni di franchi all’ anno. La Francia possede attualmente settanta navi di linea, almeno altrettante fregate, e più di novanta piccoli legni da guerra; ciò che forma una formidabile marina di più di duecentotrenta vascelli da guerra. Le spese di ogni sorta per il mantenimento della casa dal re, nelle quali è compreso il trattamento della famiglia reale, e gli ati-pendii di tutte le persone destinate al servizio della Corte, importano per lo meno trentatre milioni all’ anno. Finalmente un articolo assai gravoso è quello delle pensioni, il complesso delle quali monta alla riguardevole somma di milioni ventotto. Saziate le grosse partite fin qui annoverate, rimangono dell’entrata circa cento milioni, i quali non bastano a tutti gli altri sti-pendii di ogni genere, di modo che nel piano ordinario vi è deficienza di dieci a dodici milioni, È vero che in questo piano sta inchiusa una partita di ventisette milioni destinati ad affrancazioni, per il che in realtà vi dovrebbe essere un avanzo annuo di diciassette milioni, il quale crescerebbe a misura che andasse calando la somma dei prò, in virtù delle affrancazioni. Ma come le spese straordinarie sogliono alterar gravemente il piano, cosi ne nasce la necessità di ricorrere a nuovi imprestiti, coi quali si aumenta la massa de’ debiti, invece di profittar della pace per diminuirli. La bontà del re non sa dar negative, quando gli vengono proposte intraprese sotto utile aspetto, o in favor del commercio, o per fabbriche ad ornamento della metropoli, o quando si tratta di beneficare quelli che ¡¿’impiegano nel suo servizio. Quindi è che alla fine di ogni