48 Carlowitz, accadde il primo scontro in quello stesso luogo, ove diciassette anni addietro era stata segnata la pace. Il 5 agosto davasi la battaglia di Petervaradino, e fu generale, feroce, in cui il principe Eugenio, come già a Zenta, ebbe a spiegare tutto il suo valore, tutta la sua scienza militare. Cominciò alle sette del mattino, già inclinava la fortuna a favore dei Tedeschi, quando i gianiz-zeri all’ala sinistra li ributtavano, Wallenstein, Lanko e Bonneval tentarono invano di restituir 1’ ordine, tutto era scompiglio, e minacciava una rotta totale, quando ecco avanzarsi Eugenio alla testa della cavalleria, il centro ancora resiste, la cavalleria turca impedita di soccorrere alla fanteria, si scompagina, si dà a precipitosa fuga, il gran vezir stesso invano si sforza di ritenerla, e colpito da una palla cade morto al suolo. Allora non fu più ritegno, tutto il campo turco è volto in fuga, a mezzo giorno l’esito della battaglia era deciso, dopo pochi giorni Temesvar, ultimo baluardo dei Turchi in Ungheria, venne in potere degl’ imperiali (1). La notizia della vittoria di Petervaradino, quanto rianimò i difensori di Corfù, altrettanto portò lo smarrimento negli assedianti. Era intanto arrivata l’armata veneta, che dopo fiero combattimento riuscì a penetrare nel porto, azione che, considerata la poderosa flotta nemica, fu una delle più ardite ed eroiche, che sieno registrate negli annali militari (2). Ma fu breve respiro, poiché i contadini senza mezzi di difesa, non avendo avuto effetto per funeste gelosie la leva ordinata dal Senato (3), non soccorsero de’ loro (1) Hammer, Gesch. der Osmanen VII, 296. (2) Diario o relazione dell’ attacco della piazza di Corfù. Cod. MDCXIX cl. VII it. alla Marciana. (3) Ibid.