418 Console del mare clusione la “Leonardo” non venne riarmata: i lavori, sempre protratti, furono alfine rinunciati da Thaon di Revel ministro della marina dopo la Marcia su Roma, per un complesso di motivi organici e finanziari che furono superati soltanto nel 1934 quando Mussolini ordinò la costruzione delle due grandi corazzate da 35.000 tonnellate. Nel frattempo si preferì rinnovare la flotta con navi di medio o leggero tonnellaggio per non affrontare spese insostenibili. Si costruirono cioè molte navi piccole anziché poche grandi anche per rendere possibile un allenamento vasto e completo dei marinai. Ma non per ciò Cagni aveva avuto torto nel reclamare la costruzione di grandi unità: oggi quella sua idea dominante ha ripreso vigore dopo un periodo di eclissi. Dalla stessa esperienza della guerra, più attentamente valutata, i tecnici hanno dedotta la conclusione della superiorità delle grandi navi sulla cosidetta “ poussière navale ”, primi fra tutti i Tedeschi, che pure avevano così ampiamente utilizzato i sommergibili. Un loro storico navale, il comandante Koppen, scrive: « Il sommergibile, la torpediniera, l’aviazione mai potranno realizzare un concentramento di potenza simile a quello che si ha su una grande corazzata e pertanto chi rinunzierà a questo tipo di nave dovrà astenersi dal compiere, per via di mare, qualsiasi azione intensiva, su centri vitali dell’organizzazione nemica ». E l’ammiraglio Scheer comandante delle forze tedesche nello scontro dello Skagerrak (Jutland) ha affermato: «Nel successo tutte le armi hanno il loro merito. Ma la maggiore importanza è data dal tiro a distanza delle nostre grandi artiglierie; esso ha prodotto la maggior parte delle perdite del nemico ed ha permesso gli attacchi dei cacciatorpediniere ». Quale che sia lo sviluppo futuro della tecnica navale, Cagni fu logico e nel vero abbinando le sue idee dominanti in materia: grandi navi per grandi battaglie. In occasione della conferenza internazionale di Genova che Facta presiedette nell’aprile del 1922, Cagni condusse il Re a bordo della “Cavour” nel porto della Dominante, ed assistette al pranzo offerto da Sua Maestà a bordo della “Dante Alighieri” ai delegati di trentaquattro nazioni. Fra i