299 tro cui invano mostrano infuriare la tempestose onde, nel mentre leggiadra fanciulla apparisce tutta intenta a scolpire su quella pietra il nome di lui, ed un Genio calando dal cielo, ne cinge il capo d’ immortale corona. L’ arte questa volta corrispondeva pienamente alla grandezza del soggetto, era Canova che dedicava il suo scalpello a celebrare la gloria dell’ Emo. Con lui si spense 1’ ultimo dei grandi capitani della Repubblica, può anzi dirsi scendesse ella stessa con lui nel sepolcro ; venne con lui a mancare, 1’ ultimo suo eroe, la grandezza veneziana sul mare si estinse affatto, come svanita era da lungo tempo nelle guerre terrestri ; colpa in parte dei tempi nei quali gli altri Stati di Europa l’avevano di gran lunga sorpassata, favoriti da condizioni locali più propizie, dalle nuove strade eh’ eransi aperte alla navigazione e al commercio, da’ mezzi pecuniarii più abbondanti, dal progresso generale delle scienze. Gli altri Stati non vincolati da tradizioni, nel vigore ancora della gioventù, rispetto alla nautica, si mostravano arditi, infaticabili in nuovi esperimenti, nello svolgimento delle proprie forze, mentre la Repubblica troppo ligia agli antichi metodi, solo lentamente e quasi di mala voglia si lasciava trascinare sulla nuova strada delle marittime riforme, e convinta che il suo tempo era passato, che più non poteva acquistare 1’ antica superiorità nè nella navigazione, nè nel commercio, nè nelle armi ; che le guerre le sarebbero state ruinose, le alleanze 1’ avrebbero resa soggetta all’ alleato più forte, non attese d’ ora innanzi ad altro che a mantenere la tranquillità interna^ a promuovere la prosperità de’ sudditi, a godere delle agiatezze e de’ beni materiali della vita. Così in una condizione di piena sicurezza, in un inavveduto abbandono sorprendevala quella grande catastrofe che dovea condurla alla tomba.