387 Le Provincie aveano anch’ esse, e spesso fino no’ più piccoli luoghi, i loro ospizii di vario genere, e Monti di Pietà ed altri provvedimenti pei poveri e per gl’ infermi, i quali istituti tenevano sempre posto principalissimo nelle relazioni che i rettori facevano al Collegio o al Senato, al loro ritorno in Venezia, onde da esse è dato formare un criterio della condizione della classe misera nello Stato Veneto. X. Stuclii ed educazione. I tanti provedimenti, fino dalle più lontane epoche introdotti dal governo, gli esordii stessi delle varie Parti che si riferivano alla pubblica educazione, sì altamente dichiarata base principale della prosperità dello Stato, e il gran numero d’ uomini distinti in ogni ramo dell’ umano sapere somministrati in ogni tempo da Venezia e dalle Provincie, basterebbero a provare in quanto conto fosse tenuta questa parte essenzialissima in ogni civil società. La materia generale degli studii e degli stabilimenti ad essi relativi dipendeva dal magistrato dei così detti Riformatori dello Studio di Padova, tre nobili scelti dal Senato tra i più degni ed eruditi patrizii. Spettava ad essi il conchiudere e rinnovare la coti-dotta ossia il contratto coi più celebri professori fatti venire anche dagli esteri Stati, il regolamento, gli esami, il buon ordine dell’ Università. Oltre a questa erano subordinati a quel magistrato VAccademia dei nobili alla Giudecca, le tante Accademie scientifiche e letterarie in Venezia e nelle Provincie, la scuola nautica, l’Accademia di Belle Arti, il Collegio militare a Verona, le scuole pubbliche e private generalmente. Un rapporto del 28 luglio 1795 rende conto al governo degli effetti benefici prodotti dalle scuole dei sestieri, aperte alla più minuta classe del misero popolo (1). Si trovavano frequentate da oltre sette- (1) Scritture Riformatori all’ Archivio.