272 ora si trovò essere parimente dai democratici, ai quali spiaceva non desse com’ essi nelle esagerazioni e lo tacciavano, come allora dicevano, di' incivismo, ond’ egli scriveva nel libro della sua vita : « Sapevasi da tutti eh’ io non voleva far nascere una repentina morte dell’ aristocratico usurpato dominio, per indi repentinamente far sorgere il democratico impero, ma che voleva richiamare il Governo già sussistente nei termini di giustizia, ed a tale sistemazione che invece che odiato com’ era dai sudditi provinciali, dal popolo veneto (1), da gran numero di pa-trizii stessi, e detestato dagli stranieri, si avesse anzi ad acquistare il nazionale affetto e la estimazione universale ». Finalmente il 9 gennaio 1811 pose fine all’ agitatissima vita del Pisani morto a Venezia nella parrocchia di s. Luca ov’ ebbe sepoltura (2). Della sua opera Vita processi è pensieri di Giorgio Pisaai non fu pubblicato se non il primo volume (3). L’ altro agitatore Carlo Contarini era stato imbarcato su d’ una feluca e mandato nella fortezza di Cattaro ove morì. Altri arresti e confinamenti furono fatti. Gl’Inquisitori riferirono il 4 giugno il loro operato al Maggior Consiglio, il quale non solo approvò, ma domandò estendessero più oltre le ricerche e le punizioni contro quelli che colle loro triste operazioni avessero minacciato il sovvertimento degli ordini della Repubblica. Gl’inquisitori con decreto 21 luglio venivano dichiarati benemeriti della patria, e avuta considerazione al passato pericolo, raccomandavasi loro di continuare nella indefessa vigilanza, e facevasi perciò nuovo e rigoroso decreto contra qualunque setta o conventicola (1780). (1) I fatti che in progresso avremo a narrare ci daranno anzi testimonianza dell' inalterabile affetto delle popolazioni ì\1 veneto Governo. (2) Genealogie Barbaro con aggiunte, preoso il cav. Cicogna. (3) Ferrara presso Rinaldi 1798.