304 col farsi circondare da adoratori, da cicisbei, da cavalieri serventi, si davano a ramosissimi giuochi, s’immischiavano coi loro intrighi della politica (1). Parigi dava da’ tempi di Luigi XIV, il modello, il tuono all’ Europa. Non era stimato di buona società chi non 1’ avesse una volta almeno visitata ; signori, principi, re vi si recavano e tornavano in patria infatuati di quella vita di piaceri e di lusso, imbevuti di massime ateistiche, antisociali, intinti d’ una coltura di sola apparenza, di cui facevano poi sfoggio o dal trono o nelle principesche loro dimore. Mettendo una gara nell’ imitare i costumi di Versailles si minavano nelle splendidissime feste, negli amori sfrenati, nella magnificenza delle teatrali rappresentazioni, nelle caccie e nei banchetti, che toccava poi ai poveri popoli di pagare. Altro viaggio di moda era divenuto quello d’ Italia, e specialmente di Venezia a cercarvi nuovi diletti, sopratutto nel tempo del suo famoso carnevale e tra la voluttuosa sua vita, corruzione eh’ essa per vero in gran parte dovea, come altri Stati, all’ imitazione di Francia, e di cui poi si è voluto fare a lei sola ingiusto rimprovero. Dall’ altro canto in mezzo a costumi così generalmente depravati, la storia ci mostra nella metà del seco- lo XVIII, lo strano spettacolo di principi e ministri dan- (i) Vedansi tra altri Henry Martin Histoìrede France, Capefigue Louis XIV, Philippe d’Orleans ecc. Onntù Storia di Cent’anni ecc. La società francese rappresentata nel Figaro di Beaumarchais certo non ha pari in Venezia, per quanto anche questa corrotta. Le descrizioni di viaggiatori scostumati o mal istruiti non fanno testo. Almeno il presidente De Brosses ne’ suoi viaggi in Italia 1739 novellamente ripubblicati a Parigi 1858, in mezzo alle sue falsità, esagerazioni, e facezie ha tanta onoratezza da confessare egli stesso : un étranger qui passe un mois dans une ville, n’est pas fait pour Us coni ilhile? rana;;0 pirlerait presque infailliblement tout de traairs. T. I, pig. 174.