IOO Giovinezza in pratica fra i quali Tamagno. Dopo uno scambio di visite col presidente Uriburu, si iniziò una serie di ricognizioni verso l’interno dove fiorivano importanti colonie di Italiani ben visti e stimati dagli Argentini, tanto che questi avevano fatta una dimostrazione di simpatia all’Italia quand’era venuta la notizia di Adua. A Rosario di Santa Fé il Principe sostò fra gli emigrati in un ambiente di cordialità paesana, circondato da Piemontesi, Veneti e Lombardi, interpellato in tutti i dialetti fra suon di musiche e scoppi di mortaretti. E strani incontri: un ex-ufficiale di cavalleria che era stato agli ordini del generale Manfredo; un ex-soldato che Cagni aveva conosciuto in Africa, e perfino un ex-impiegato di Casa Reale. A San Carlos poi il curato, un salesiano piemontese, « senza tante storie », fece un brindisi a Casa Savoia ricordando il duca Amedeo d’Aosta, padre del principe Luigi e protettore del suo ordine. Queste continue visite alle comunità italiane e ai capi di Stato esteri diedero un notevole valore politico alla campagna transoceanica del “Colombo”. Soltanto in Brasile la sosta fu brevissima per via di ordini ricevuti da Roma, causa le insufficienti scuse offerte dal governo brasiliano dopo che un certo colonnello, deputato in quel parlamento, aveva grossolanamente offesa l’Italia. Prima di toccare Rio de Janeiro il “Colombo” sostò all’isola Grande per onorare e restaurare le misere tombe dei centotrentasette marinai del “Lombardia” che pochi mesi prima erano morti laggiù, vittime di una epidemia di febbre gialla. In ottobre l’incrociatore arrivò a Baltimora dopo aver toccato le Antille ed il primo approdo di Colombo: San Salvador. Cagni fece una puntata a New York dove rimase entusiasta per il vorticoso traffico di Broadway. Visitò col Duca Chicago, Cincinnati, Atlanta e Washington dove il ministro italiano barone Fava aveva combinato una visita del Principe al Presidente degli Stati Uniti. Bisognò risolvere un incidente protocollare perché anche Cagni fosse ammesso alla Casa Bianca. « Mr. Cleveland ci riceve con discreto sussiego, in piedi, in una sala d’udienza molto governativa per quanto abbia la pretesa di essere