Capitolo Settimo. Paolo Renier, doge CXIX. — Sua indole e incidente della sua elezione. — Sua Osella. — I Murazzi. — Agitazioni interne. — Carlo Contarmi e Giorgio Pisani. — Discorso del Contarmi che fa un quadro della condizione del popolo e domanda pronto ed efficace rimedio. — Impressione fatta dal suo discorso. — Stu-dii sull’ argomento. — Discorso di Giorgio Pisani in appoggio della sua proposizione. — Vivacità della discussione. — Discorso di Federico Fosci.ri in senso governativo. — Maneggi dell’ Opposizione. — Nuove proposizioni e loro lettura nel Maggior Consiglio. — Discorso del doge. — Suo effetto. — Proroga di otto giorni. — Altro discorso del doge. — Nomina dei Correttori. — Giorgio Pisani eletto procuratore di s. Marco. — Suo discorso al doge e risposta. — Feste dell’ elezione. — Lugubri presentimenti. — Società pisanistica rivoluzionaria. — Arresto e deportazione di Giorgio Pisani. — Sue ulteriori vicende — Deportazione del Contarini e confinamento d’altri. — Gl’ Inquisitori dichiarati benemeriti della patria. Spettatore dei grandi avvenimenti narrati e capace a Pa°1j°rHe' ben valutarne l’importanza, era doge a quei tempi Paolo d(^^(jIX Renier successore ad Alvise Mocenigo, morto il 31 dicembre 1778. Presentatosi nello stesso giorno come candidato, avea in suo favore le prove date di acutissimo ingegno, mirabile facondia, le prime cariche dello Stato plausibilmente sostenute. Egli senatore, censore, consigliere, egli Savio del Consiglio, ambasciatore a Vienna, e con tanto decoro, che Giuseppe II avealo domandato a compagno nei suoi viaggi che faceva come principe ereditario, al che però il Senato non volle per buone ragioni consentire (1) ; egli infine bailo a Costantinopoli. Ma quanto al costume, sembra non fosse questo di tal natura da non dar appiglio ad alcune vituperose voci che intorno (1) Cod. MDCCXXIH alla Marci»»».