46 quasi imprendibile, fu ceduta, e prima cbe arrivassero i soccorsi del Dolfin senza che si fosse scaricato un fucile (1). Per tal modo tutto andava a precipizio, perdevasi la Morea, perdevasi Cerigo, perdevasi Suda e Spinalunga in Candia, tutte le altre isole si trovavano minacciate. E già mostravano i Turchi volersi dirigere contro s. Maura, laonde il capitano generale convocata la consulta, riflettendosi all’ imperfezione del recinto, al gran numero di milizie che sarebbesi ricercato a difenderlo, senza tuttavia speranza di conservarlo, si venne alla dura risoluzione di abbandonar l’isola dopo distrutte le fortificazioni e imbarcate le artiglierie, le munizioni, le famiglie, che vollero trasferirsi nelle terre della Repubblica (2). 1716. Intanto s’apriva 1’ anno 1716, e con esso 1’ aspettazione generale volgevasi all’isola di Corfù ed all’Ungheria ove si preparavano nuovi eventi di guerra per parte di Venezia e dell’imperatore. Già il terribile Cogia era arrivato nel canale di Corfù e dava opera allo sbarco delle sue genti, il che i Veneziani con forze insufficienti non potevano vietare. Trentamila fanti, tremila cavalli si apprestavano alla conquista, la fortuna dell’anno scorso lo confortava di eguale successo nel presente. Aveva la Repubblica preso al suo soldo il generale di Schulemburg, distinto capitano sassone, cui conferì il titolo di maresciallo, incaricandolo della difesa di Corfù. Arrivato sul luogo, ei tosto conobbe che le fortificazioni antiche più non rispondevano all’ uopo, che alla nuova tattica militare nuove opere si richiedevano di opposi- (1) « La maggior ammirazione mi viene di Malvasia, quei rappresentanti et ofiìziali mostrano trepidazione in una piazza che confessano inespugnabile», scriveva il capitan generale Dolfin l’otto di agosto. (2) Diedo t. IV, 106.