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        comodatasi al cambio, e confermando del resto il mantenimento del trattato di Utrecht, stabilivano di obbligarvi la Spagna all’uopo anche colla forza delle armi. Queste infatti furono adoperate al riacquisto della Sicilia per gl’ imperiali ; poi nella Sardegna si spiegarono le bandiere di Sa-voja, i duchi della quale presero col possesso di quell’isola il titolo di re. L’Alberoni intanto nullamente avvilito non cessava dai suoi maneggi, minacciando perfino l’Inghilterra di ricondurvi il pretendente Stuardo e spargendo ovunque il fomite d’ un incendio generale. Ma in fine alle lagnanze dell’ Inghilterra e della Francia l’inquieto ministro fu sagrificato ; e, privato del suo ufficio, espulso dalla Spagna, andò a morire a Roma non abbattuto dell’ animo, sempre volgendo nuovi disegni nella mente e lasciando di sè fra le più onorate memorie un collegio che porta il suo nome in Piacenza sua patria.
              Così nel febbraio 1720 fu raffermata la pace tra la Spagna e le tre potenze, ma pareva destino della povera Italia che non avesse mai a quietare, e che da guerra avesse a nascere per essa sempre nuova guerra a desolarla; ed ora le successioni di Parma e di Toscana davano nuovo appicco a muovere le armi.
Ir'istTano6" Prevedendosi l’estinzione di quelle due linee, poiché rtoS n® Giangastone, figliuolo dell’ allora regnante Cosimo III, 1722. nè Antonio, figlio di Francesco Farnese duca di Parma e Piacenza, davano più alcuna aspettativa di prole, il congresso di Londra avea disegnato la successione di Toscana e di Parma nei due figli di Elisabetta Farnese seconda moglie di Filippo V, che per ragione di famiglia era altresì parente di casa Medici, concedendosi pure all’ imperatore la supremazia feudale. Contro questa decisione arbitraria protestarono altamente Parma e Toscana, protestava anche il papa che pretendeva l’alto dominio su