227 più riempire, e che condur dovea per sempre la separazione nel reggimento dei due popoli. So non che mentre i Veneziani al loro nascere avea-no a fare con monarchie fiacche e decrepite, gli Americani si trovavano a fronte una nazione potente, e che era considerata come la dominatrice dei mari. Eppure osavano sfidarla, eppure il comune sagrifizio preferivano alla servitù. Gettarono al mare la carta bollata che volevasi fra loro introdurre, si sottomisero a tutte le privazioni per un accordo generale a non valersi più delle merci inglesi o dall’ Inghilterra importate, cercarono coll’ erigere fabbriche surrogare alla meglio le proprie manifatture ; mirabile consenso di tutto un popolo che ad ogni agio, ad ogni interesse rinunzia per farsi forte del suo diritto ! Infine la città di Boston diede la prima il segnale, e l’esempio fu dappertutto seguito, numerose adunanze si tenevano in ogni città sotto un grand’ albero divenuto poi simbolo della libertà, che dall’ America passando in Europa, avea a produrre in questa tanti eccessi deplorabili, tante pazze esagerazioni, non senza lasciare però nella società dietro a se, immensi beni, diritti che ornai i popoli hanno acquistato irrevocabilmente. L’ Inghilterra si scosse, si agitò, i ministri parte riconoscevano il diritto degli Americani d’ essere consultati nelle gravezze, altri il riprovavano, il ceto dei commercianti che vedeva interrotte le esportazioni per l’America mostrava il suo scontentamento, il popolo tumultuava ; pure il peggior consiglio prevalse, quello della guerra. Gli Americani le si fecero incontro con animo invitto, ne soffersero tutt’ i danni, le devastazioni, le stagi, ma quando appunto il bisogno maggiormente stringeva, quando più che mai era uopo di potenti ingegni per salvare la patria colla spada ® colla diplomazia, sorsero Giorgio