74 blica gravi lagnanze al Nuncio pontificio in Venezia, e chiedeva ampia soddisfazione, il papa mal suggerito impunta-vasi nel negarla e conchiudeva non voler più udirne parlare ; allora il Senato richiamava 1’ ambasciatore (1), e fu solo per la mediazione ofìerta dal duca di s. Agnan ministro di Francia, che rivocò pel momento l’ordine; tuttavia mostrandosi il papa inflessibile, 1’ ambasciatore partì, il palazzo di s. Marco a Roma fu chiuso, rimasero le faccende affidate al cardinale Angelo Maria Querini, finche le cose si poterono ridurre a componimento, e tornò ambasciatore alla Corte papale Giovanni Mocenigo cavaliere, e nunzio apostolico a Venezia monsignor degli Oddi arcivescovo di Laodicea. L’ argomento delle immunità degli ambasciatori diede di poi motivo a lunghe trattative della Repubblica colle varie potenze e specialmente coll’ Austria e il diritto d’ asilo goduto non solo dal loro palazzo ma dalle case tutte vicine dall’ uno all’ altro ponte, formando ciò che dicevasi la lista, venne alfine limitato al palazzo stesso con due case vicine (2), irragionevole ed immorale esenzione, contro la quale molto giudiziosamente scrisse l’autore del libro dei delitti e delle pene. Più serio e di più lunga durata fu 1’ insorto dissidio per un fortino fatto dai Ferraresi in un sito detto Bonetto di Goro in una isoletta del Po, pel quale trovavasi minacciato il passaggio alle barche veneziane. Nuove lagnanze se ne fecero dal Senato al Nunzio (3), siccome una novità contraria alle convenzioni e ai trattati, e ne domandava la pronta demolizione. Pareva papa Clemente XII a princi- (1) 19 Agosto. Avvisi alle Corti ib. (2) Vedi Corti e Dispacci Vienna 1772 ove sono i maneggi colla Corte di Vienna. Ma la questione avea cominciato ad agitarsi nel 1745 colla Francia. (3) Roma expulsis 10 luglio 1734.