89 grandi armamenti di navi (1), de’ movimenti di truppe, delle provisioni da guerra col divulgare essere la spedizione marittima diretta contro i Maltesi, la terrestre contro 1 Montenegrini. Ma Andrea Memmo Bailo a Costantinopoli avvisava il Senato stesse bene all’ erta, qualche grande cosa contro i' possedimenti veneziani macchinarsi, badasse soprattutto alla Morea. Colsero i Turchi pretesto di guerra dalla preda che fecero i Veneziani di una ricca nave turca portante i tesori dell’ ultimo gran vezir e dai fatti del Montenegro, il cui Vladica, sconfitto e perseguitato dagli Ottomani, erasi rifuggito nel territorio di Cattaro, e il comandante avea rifiutato di consegnarlo (2). Il manifesto di guerra che conteneva quattordici articoli di lagnanza fu pubblicato il 9 dicembre 1714, e il gran vezir, chiamato a sè il bailo Andrea Memmo, e acerbamente rinfacciandogli i torti della Repubblica senza pur voler ascoltare le sue giustificazioni, gl’ intimò dovesse fra venti giorni sgombrare dallo Stato, poi pentitosi richiamò 1’ ordine, e lo fece invece condurre nella fortezza d’ Abido come ostaggio dei sudditi turchi in Venezia, non liberandolo se non quando ebbe notizia che nessun insulto aveano ricevuto. Pervenuta intanto a Venezia la notizia dell’ intimazione della guerra, fu necessità volger di nuovo 1’ animo alle cose militari, non lasciando come al solito di sollecitare i principi di Europa al soccorso, e col solito vano risultamento, ottenendo solo poche galere del papa e dai Maltesi. Di gran lunga inferiori si trovavano dunque le forze (1) Apprensioni della Repubblica circa i movimenti dei Turchi Dispacci Antonio Loredan prov. in Morea 20 apr. 1714, (2) Hammer Osm. Geschichte, VII, 174.