252 la nostra Repubblica è assai antica, non basta la vita d’ un uomo. La nostra proposizione senza un sofisma non è impenetrabile come quella del Pisani. Manca per fatalità della questione un benemerito cittadino che potrebbe assicurare che moltissime parti lette, prese ed eseguite sono eguali in tutto, in semplicità e nella forma alla proposta. La nostra proposizione ha avuto riflesso alla costituzione della Repubblica, siamo in aristocrazia. La Signoria non è un corpo divinatorio o che possa alterare la costituzione della Repubblica, nè entra negli occulti desiderii degli eccitanti. Le presidenze non devono essere rivo-cate ad arbitrio di chi si forma delle private repubbliche. Noi non possiamo servire a qiiesta condizione, nè potremmo portar altro (altra proposizione) ; e se saremo costretti non saremo in costituzione. Abbiamo giurato le leggi e dobbiamo eseguirle a costo del sangue e della vita. L’ ho già detto : materie di Stato non si hanno a trattare accademicamente e polemicamente con le carte e con storie ed esempi, ma coi principii della politica e colla forma del governo ». Tutte le ragioni del partito, che ormai diremo con-senatore non trovarono ascolto, mentre il numero dei partigiani del Contarini, anche fra le prime dignità dello Stato, sempre più cresceva, onde passandosi ai suffragi, fu domandato il cambiamento della proposizione. Ne presentò dunque un’ altra la Signoria il 20 febbraio, ma fu lungamente avversata con nuova e lunga orazione dal Contarini che erasi intanto ristabilito, e dal Pisani, difesa dal Foscari e dal Barbarigo, ma fu al paro della prima rigettata. I novatori volevano a qualunque costo riuscire, onde, tenuto consiglio fra il Contarini e il Pisani, decisero di proporre al Maggior Consiglio che uno dei Capi della