ààé città ; teneva solenne ingresso nella Merceria, recandosi per la prima volta a ringraziare il doge, e dava splendide feste nei suo palazzo. Ma negli ultimi secoli furono nominati più volte Procuratori e in gran numero, per danaro, onde sovvenire alle strettezze della Repubblica. Altra onorificenza data dal Senato era quella di Cavaliere della stola d,' oro la quale però nell’ uso comune si limitava ad essere di panno nero, solo con un gallone d’ oro all’ intorno. Era questa dignità ereditaria nel primogenito nelle famiglie : Contarmi del Zaffo, per l’investitura della contea di questo nome e della signoria di Ascalona, fatta da Caterina Cornaro nel cognato Giorgio Contarini ; Querhii, dotata di feudale prerogativa nel regno di Candia dal Senato, nella persona di Benedetto Querini per le sue grandi benemerenze nella carestia e peste del 1590, e 1592 ; Morosini pei discendenti di Lorenzo, fratello del celebre Francesco Morosini il Peloponnesiaco ; Rezzonico pel papa Clemente XIII di questa famiglia. Venivano infine i Cavaliei'i di s. Marco creati dal doge dopo legale processo sui meriti della persona, ed alle volte anche dal Pien Collegio o Signoria, il cui principal obbligo dovea essere di combattere gl’ infedeli, e portavano collana con medaglia coll’ effigie d’un lione coronato. XIV. Governo delle provincie. Magistrati superiori nelle provincie, come più volte avemmo occasione di ricordare, erano i Proveditori in quelle da mare, i podestà e capitani in quelle di terraferma. La pubblica tranquillità, il culto, il buon costume, le corporazioni religiose e secolari, le pubbliche scuole, le arti, il commercio, la sanità, 1’ annona, le acque, le strade e la giurisdizione civile e criminale, appartenevano al pretore o Podestà. Le gravezze pubbliche, le fondiarie, le indirette e doganali,