244 pite ne' luoghi stessi ed indicanti di quelli la data e la misura. Così stanno tuttavia i Murazzi con ingente spesa edificati dalla Repubblica poco prima di estinguersi, testimonio degno di sua grandezza, smentita solenne a quei tanti che l’accagionarono d’inerzia, di totale corrompi-mento, di mancanza di ogni altro sentimento, tranne quello del piacere, negli ultimi suoi anni ; ultimo legato che un governo presso a mancare, lasciava ai posteri suggellando con quell’ opera monumentale i lavori continuati per ben quattordici secoli alla difesa dei lidi e della laguna. Non si può per altro negare che minacciosissimi non fossero i tempi in cui il doge Paolo Renier assumeva il governo. Il caro dei viveri, il lusso propagatosi anche nelle classi medie, la corruttela dei costumi, gli abusi non rari negli ufficii, destavano una sorda scontentezza, un biasimo più o meno manifesto al governo, e prendendo inoltre alimento dalle idee di riforma allora diffuse per gli scritti dei filosofi francesi, proruppe finalmente in aperta accusa per bocca di Carlo Contarini allora della Quaran-tia. Assunse egli il 8 dicembre 1779 di parlare pubblicamente nel Maggior Consiglio, e sebbene il suo discorso, affettando estrema popolarità, si abbassi a certi particolari non convenienti alla dignità della bigoncia, non può negarsi al suo complesso una evidenza, una forza che va diritta allo scopo, e che solo questo cerca raggiungere. Dopo un ben adattato esordio: « Non parlerò del commercio languente, così esclama egli (1) ; lo stato della (1) Vedi 1’ opera stampata col titolo: Istoria delle questioni promosse da un eccitamento del nobil uomo ser Carlo Contarini ecc. I' anno 1780. Venezia t. 3, in 8.° Io mi fo lecito soltanto di tradurre dal dialetto al linguaggio comune italiano.