163 la mano d’opera, la nazione mal proveduta e scontenta perde affatto i lavori commessi da forestieri, languisce il popolo senza impiego, ed esce il contante fuori dello Stato. E senza togliere quelle leggi che tendevano ad impedire la frode e la imperfezione nei lavori, insisteva il rapporto, perchè ad ogni mercante e artefice fosse lasciata la libertà d’imaginare e di eseguire i lavori in tante diverse configurazioni quante possono suggerire la sua industria, il suo talento, il suo genio, per render pago il desiderio dei consumatori, per facilitar i prezzi, per far gara e concorrenza ai forestieri. Insinuava come mezzo acconcio al miglioramento delle manifatture 1’ introduzione dello studio del disegno nelle scuole, specialmente nei di festivi a comodo degli artigiani, le cattedre di fìsica, chimica, meccanica applicate alle arti, incoraggiamenti e premii, agevolezze di dogane e di gravezze, sollievo delle spese inutili che aggravano le arti e i loro individui, i quali poi si rifanno nell’ incarimento dei loro prodotti ; infine 1’ istituzione d’ un magistrato composto di persone capaci ad estendere ed introdurre le arti mancanti e il perfezionamento delle esistenti (1). » L’acquisto benché dispendioso di una nuova arte o d’ un nuovo artefice che ne perfezioni alcuna già introdotta risarcisce abbondantemente 1’ erario del principe nei vantaggi che ritrae la popolazione e nel chiuder 1’ uscita del soldo fnori dello Stato » Non era dunque ignoranza delle più savie massime di economia politica, che tenesse indietro ancora il goti) « Questa assiduità che noi brameressimo veder posta in pratica, involò sotto Colbert i panni all’ Olanda, i merli alla Fiandra, i velluti a Genova ; i lavori di maglia, le calze di seta, i cappelli all’Inghilterra, e la vetraria e moltissime altre manifatture sì a noi che ad altri popoli. »