91 bigoncia, e fattosi un generale silenzio, pronunziò tale e sì vigorosa e persuasiva orazione cbe tutti ne rimanevano commossi, e alle sue ragioni facevano plauso. Dava principio invocando la divina assistenza, lodava 1’ antica costituzione, ne descriveva le regole, la missione, lo scopo, la frequenza delle nomine dei sindaci inquisitori, e senza risalire ai tempi molto antichi diceva averne esempi anche nel 1633 pel Levante, nel 1674 per la Dalmazia, (sebbene poi sembri non abbia avuto effetto l’invio) nel 1719 per la Terraferma con ampli poteri anche d’istituirvi processi, e di eseguire, all’ uopo, incarceramenti ; ora il solo lungo tempo corso di cento trent’anni senza ricerche, senza sindacato, dar motivo a supporre 1’ introduzione di abusi nelle provincie, e quindi venirne 1’ opportunità di un esame ; ciò tanto più richiedersi nella Dalmazia in cui quarantaquattro anni di guerre solo con brevi interruzioni, doveano avere sconvolto tutti gli ordini civili, rendendovi militare 1’ economia, militare la giustizia. « Una sola, il savemo pur, continuava, se voi che sia la conditione de’ sudditi ; ha da penetrar da per tutto 1’ equabilità e la temperanza del dominio venetiano, da per tutto la santità delle sue leggi » (1). Rammemorava poi che tale sindacato non era punto offensivo alla integrità dei rettori, che praticavasi ancora ai tempi di quel Giacomo Loredan che quattro volte proveditor generale ebbe bisogno del pubblico aiuto per essere decentemente sepolto ; di quel Domenico Trevisan che prima di salire sull’ armata, compatendo alle angustie pubbliche, facea spontanea rinunzia d’ ogni emolumento, di ogni compenso e vantaggio ; di quel Giacomo Foscarini (1) Si vede qual fondamento abbiano le accuse del Darù sul mal-trattamento delle provincie per sistema.