352 tate dalle dame veneziane, quanto che il pretesto di recarsi alla visita di una parente o ad un atto di devozione nel monastero, offriva loro occasione di uscire di case e di goderò della conversazione degli uomini, lo che, stante 1’ antico costume, non soleva in addietro avvenire se non nelle \ 7 occasioni solenni. Ma cambiatisi dalla metà del secolo i costumi, cresciuta la facilità alle donne di mostrarsi per le vie, fatto più frequente anzi regolare il loro incontrarsi cogli uomini nei casini, nei caffè, in altri pubblici ritrovi, i parlatoi perdettero la loro importanza, accolsero soltanto pinzocchere che il mondo avea abbandonato, e al finir della Repubblica i monasterii si trovavano nel massimo decadimento. Viveano tranquille e tollerate a Venezia tutte le religioni, e vi esercitavano il loro culto. Principale tra esse e più favoreggiata era la greca. Per le frequenti relazioni commerciali e politiche avute fino dai primi tempi in Costantinopoli, i Veneziani erano venuti assai presto coi Greci in una intimità, che giovò molto a togliere quel sentimento di repulsione che principalmente allora esisteva tra i professanti diversa credenza. Più tardi, quando la ottomana potenza cominciò a gravitare di tutto il suo pondo oppressivo e barbarico sulle popolazioni della Grecia, si fecero naturalmente numerose le migrazioni d’ individui e di famiglie che si recavano a cercare pace e tranquillità nell’ amica Venezia. Così fu assai presto trapiantata in questa la greca dottrina, e gli studii greci di ebbero non solo asilo ma protezione ; pubbliche cattedre ne esistevano già nel secolo XIV (1) le quali più aumentarono alla caduta dell’impero bisantino. Nè furono soltanto mercantili e letterarie (1) Tedi t. Ili, p. 371.