383 ticolo non meno soggetto alla vigilanza del Governo, era quello delle legna da fuoco, che aveauo pure i loro Proveditori pel taglio regolare dei boschi, per l'introduzione e vendita di esse nella città, fissandone spesso le tariffe. IX. Beneficenza. Ma tutti questi provedimenti non bastavano a far sì che non fosse grande, anzi sproporzionato il numero dei poveri in Venezia. Leggi (1), istituzioni, perfino deportazioni fuori della città, non bastavano a mettervi freno ; il prestigio della capitale, la speranza di guadagno, l’allettamento dei piaceri ve li attiravano in folla dalle proviucie. Mentre tutto all’ intorno spirava ricchezza, feste, piaceri, vedevansi frequenti sui ponti, per le vie, alle porte delle chiese i mendicanti, gli storpiati, gli epilettici chiedenti 1’ obolo per 1’ amore di Dio. Poco o nulla giovava al governo il mantenere pel povero il pane a buon mercato ; non veniva rimedio al male dalle tante pubbliche e private largizioni, nè dai copiosi istituti di beneficenza di cui andò ricca Venezia fino da’ primi suoi tempi. Principali erano la casa degli esposti, gli orfano-trofii, lo spedale pei feriti a’ Ss. Giovanni e Paolo, quello pei marinai invalidi od infermi, il Conservatorio alla Ca' di Dio per le uobili vedove che prive d’ogni sussidio, ricevevano colà dal governo una pensione a decentemente vivere, provedimento esteso di poi anche a quelle d’ ordine cittadinesco ; la casa di ricovero delle Penitenti a dar ricetto alle prostitute, che pentite riduceansi colà ad una loro particolar regola claustrale ; somministrava l’istituto delle Zitelle ad oneste giovanette d’ ogni condizione benigno ricovero, ed ammaestramento nel buon costume - (1) Fino dal 26 aprile 1300 era stata proibita la questua. Vedi t. Ili, pag. 351.