216 d’ nn certo D. Adone damerino sguajato, si avesse in mira di rappresentare il Gratarol. Quindi la sera del 10 gennaio 1776/7 in cui seguiva la recita, fu immenso il concorso al teatro e l’illusione vieppiù si accrebbe per la figura e i movimenti del comico ’Vitalba, il quale istruito della voce pubblica, s’ingegnò a rassomigliare il più che potè il Gratarol, divenuto così soggetto d’indecente scherno. Credette a principio potere sviare 1’ opinione, facendosi egli stesso spettatore della commedia da un palchetto, ma invano, e lo scandalo aumentò pel richiamo da lui fattone agl’ Inquisitori, i quali non trovarono da prendere nel proposito alcuna deliberazione, attribuendo soltanto alla sua accesa fantasia il credere che quel componimento fosse una satira a lui diretta, nè stimarono opportuno farne' sospendere le recite ; aumentò pel colloquio da lui avuto col Gozzi, pel biglietto scrittogli, insomma egli divenne il soggetto di tutte le conversazioni, era da tutti segnato a dito, costretto a viversene ritirato, e vedendo altresì mancargli ancor sempre le sue commissioni del Senato per la residenza di Napoli, fermo nel-l’idea che il Tron potentissimo e gli altri nella Consulta gli fossero avversi, che la Procuratessa sua nemica non cessasse di maneggiarsi in suo danno, col pretesto di breve soggiorno a Padova per torsi a tante noie, nella notte dal 10 all’ 11 settembre si partì da Venezia, si recò dopo alcuni giorni a Ceneda, poi presa la via di Germania, andò a Brunswick e di là dopo qualche tempo a Stocolma, ove pubblicò nel 1779 la sua Narrazione apologetica (1). Si propose in quella di giustificare la sua condotta, ma (1) Nan-azione apologetica dì Pietro Gratarol. Vedi anche le Memorie inutili della vita di Carlo Gozzi e le Memorie ultime di P. A. Gratarol.